Cambiare sesso può dare diritto, a un figlio o a una figlia, ad essere mantenuti dai genitori per un periodo ulteriore rispetto al tempo di tolleranza verso i figli che non hanno problemi di identità sessuale, ma sono un po’ lenti a trovarsi un lavoro e a rendersi indipendenti. Per questo la Cassazione, tenendo conto del periodo di adattamento psicologico e sociale necessario a chi passa da un sesso a un altro e deve prendere le misure alla nuova vita, ha ritenuto congruo l’assegno di 400 euro al mese versato per tre anni da un padre di Roma a una figlia che aveva cambiato sesso, diventando un lui, per consentirgli il rodaggio nella sua nuova realtà. Al compimento del trentesimo anno di età del figlio, però, il padre si è stancato di mantenerlo e la Cassazione gli ha dato ragione: tre anni, dopo la rivoluzione anagrafica, sono sufficienti per vivere nei nuovi panni e trovarsi un lavoro.