Anche la parte sommersa del muro di sponda che ha ceduto quando due settimane fa si è aperta una voragine su lungarno Torrigiani a Firenze, é slittata decisamente in avanti: la conferma arriva dal professor Nicola Casagli dell’Università di Firenze, al termine della giornata di monitoraggio subacqueo dell”area effettuata attraverso le immagini raccolte dal drone acquatico Marta (Marine robotic tool for archaeology), il robot autonomo subacqueo non filoguidato messo a punto dal team del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’ateneo fiorentino diretto da Benedetto Allotta.
Casagli, che, attraverso l’uso di varie tecnologie effettua monitoraggi sulla zona del disastro dal giorno del crollo, ha spiegato che «le valutazioni effettuate sulla base dei dati raccolti da Marta sono ancora incomplete: per avere un quadro completo delle condizioni e della tenuta del muro osservato da un punto di vista subacqueo, occorrerà attendere domani o domani l’altro».