i numeri per il voto di oggi 13 agosto in aula. Prevale lo schieramento sinistra + M5S

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Nessuno può ancora parlare di vere e proprie maggioranze politiche, ma nella riunione della Conferenzadei capigruppo di palazzo Madama si sono contrapposti due blocchi ben definiti. La discussione è stata tutta di stampo regolamentare ma si èdefinita la posizione di M5s, Pd, Misto e Autonomie da una parte e Forza Italia, Lega e FdI dall’altra.

Non essendoci stata, appunto, una posizione unica della Capigruppo l’organismo è stato costretto a esprimersi a maggioranza. Il primo fronte ha messo davanti a tutto le comunicazioni del presidente del Consiglio al Parlamento, proponendo come data il 20 agosto (“d’accordocon il presidente della Camera e con il presidente del Consiglio”, come ha chiarito il capogruppo del M5s Stefano Patuanelli). Conte, quindi, riferirebbe martedì prossimo prima al Senato (dove ha avuto lafiducia per la prima volta) e poi alla Camera. Probabilmente tutto si svolgerà nel pomeriggio, ma questo verrà definito più avanti. Per lo stesso fronte, regolamento alla mano, le comunicazioni del premier hanno la meglio sulle mozioni di sfiducia già presentate in Parlamento (da Lega e Pd), che decadono e non verranno più affrontate.

Il secondo fronte, quello che vede il centrodestra in formato tradizionale di nuovo unito, in capigruppo al Senato ha invece proposto di convocare l’aula il 14 agosto, dopo le celebrazioni per ilponte Morandi, non sul calendario ma per votare direttamente la mozione di sfiducia della Lega a Conte. Una proposta che però si è rivelata minoritaria nella Capigruppo, che si è rimessa all’aula che domani si esprimerà con un voto. Numeri alla mano, l’esito del voto di domani appare scontato. Al netto di chi è già partito in vacanza e non può rientrare, lo schieramento che propone che il Parlamento ascolti Conte il 20 agosto ha sulla carta 170 senatori. Solo il M5s ne vanta 107 (“saremo tutti presenti”, ha assicurato Patuanelli). Poi ci sono i 51 del Pd e gli 8 delle Autonomie. Il Misto vanta 15 senatori, di cui la metà dovrebbero essere ‘pro 20’. Già in mattinata, dal gruppo del Pd si parlava di 145 presenze “verificate” per questo fronte. Un numero in crescendo. Il centrodestra vanta invece al Senato 138 voti. “Forza Italia ha allertato i suoi senatori già giorni fa”, ha assicurato la capogruppo Anna Maria Bernini. La Lega vanta 58 senatori e FdI 18.

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