Orlando e De Magistris non applicano il decreto sicurezza. Salvini reagisce

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Dopo le affermazioni dei sindaci di Palermo e Napoli, che si rifiutano di applicare il decreto sicurezza il ministro Salvini reagisce: «Il decreto è legge -ribadisce – si occupa di antimafia. Questi sindaci forse non gradiscono che abbiamo raddoppiato il personale, i poteri e i mezzi dell’Agenzia per i beni confiscati alla mafia? Il decreto si occupa di sgombrare le case popolari occupate abusivamente; di non fare rientrare nei locali delinquenti e pregiudicati; dà più soldi e poteri alle Forze dell’Ordine; estende alla Polizia locale la possibilità di accedere alla banca dati delle Forze dell’Ordine. Insomma nel decreto sicurezza-immigrazione ci sono tanti passaggi. Qualche sindaco di sinistra per dar contro a Salvini e alla Lega non lo applicherà? Dispiace per i suoi cittadini, per Palermo, per Napoli. Peraltro nel decreto sicurezza è prevista, dopo anni di fermo, l’assunzione di cento uomini della Polizia locale a Napoli, magari il sindaco non se ne è accorto, sta ancora festeggiando il Capodanno. Non lo vuoi applicare? E allora vuol dire che quei Vigili urbani e quei soldi li useranno altri primi cittadini di questo Paese che rispettano le leggi. Immagino -insiste Salvini- che rinunciate anche a tutti i soldi che il decreto e il governo aggiungono per le vostre città. Solo per Palermo: più di mezzo milione per la videosorveglianza: più di un milione e duecentomila euro per la sicurezza urbana; duecentomila euro per il progetto scuole sicure. Cosa fate, prendete i soldi e boicottate il decreto?». E termina: « Non ti mando l’esercito la polizia o i carabinieri – ha spiegato nella diretta Facebook rivolgendosi al sindaco Orlando – , mi spiace per i tuoi concittadini che da stamattina mi stanno intasando la casella mail dicendo con tutti i problemi che abbiamo a Palermo piuttosto che a Napoli abbiamo dei sindaci che si occupano dell’immigrazione clandestina».

La mancata applicazione della legge Sicurezza, nella parte che riguarda i migranti, annunciata dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando, al quale si è associato il primo cittadino di Napoli Luigi De Magistris «è un atto politico. I Comuni sono tenuti a uniformarsi alle leggi». A sottolinearlo all’Adnkronos è il presidente emerito della Consulta, Cesare Mirabelli. «La pubblica amministrazione – spiega – non può sollevare questioni di legittimità costituzionale e deve uniformarsi alla legge, a meno che non sia liberticida, che potrebbe essere un caso eccezionale, una rottura dell’ordinamento democratico. Bisogna vedere se si tratta di norme rispetto alle quali è prevista un’attività del Comune che ha carattere di discrezionalità, che la legge impone e che il sindaco ritiene di disapplicare. Non può essere una contestazione generale. Se ci sono atti che la legge prevede per i Comuni il sindaco non può disapplicarla. Se la disapplica, e in ipotesi interviene il prefetto o un’altra autorità, sorge un contenzioso e allora potrebbe essere sollevata una questione di legittimità costituzionale. Al momento – ribadisce Mirabelli – è un atto politico».

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