Muretti a secco: L’Unesco li dichiara patrimonio dell’umanità

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L’Unesco ha iscritto la pratica rurale dei muretti a secco nella lista degli elementi immateriali dichiarati Patrimonio dell’umanità. Oltre all’Italia, altri sette paesi europei hanno presentato la candidatura: Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera. Un riconoscimento che conferma «ancora una volta» come i valori dell’agricoltura siano «riconosciuti come parte integrante del patrimonio culturale dei popoli», osserva il Ministro delle politiche agricole e del turismo, Gian Marco Centinaio. E che rappresenta al tempo stesso, per la Coldiretti, «il lavoro di generazioni di agricoltori, impegnati nella lotta al dissesto idrogeologico provocato da frane, alluvioni o valanghe».

In Italia è possibile vederne esempi in numerose regioni, tra cui Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia, Campania, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Trentino Alto-Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Toscana, Lazio. «L’arte del ‘Dry stone walling’ riguarda tutte le conoscenze collegate alla costruzione di strutture di pietra ammassando le pietre una sull’altra, non usando alcun altro elemento tranne, a volte, terra secca», spiega l’Unesco nella motivazione del provvedimento. I muretti a secco «sono sempre fatti in perfetta armonia con l’ambiente, e la tecnica esemplifica una relazione armoniosa fra l’uomo e la natura».

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