L’addio di Angela Merkel, comincia già la corsa alla successione

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Si chiude un’era in Germania. Dal voto in Assia erano previste delle scosse. Ma nessuno si aspettava che, passata la notte, si arrivasse alla giornata storica dell’annuncio di Angela Merkel dell’addio alla politica a fine legislatura, e della rinuncia alla presidenza del partito già a dicembre. Le batoste elettorali a Monaco e Francoforte hanno prodotto il terremoto immaginato da Wolfgang Schaeuble: e proprio gli oltre dieci punti ceduti ai Verdi e all’ultradestra dell’Afd (la Cdu ha preso il 27%) nel Land di Volker Bouffier, dove la cancelliera è scesa in campo mettendoci la faccia, hanno accelerato i tempi sulla comunicazione di una decisione «maturata prima dell’estate».

Se a Berlino è cominciato il lungo addio ad Angela Merkel, nella Cdu si avvicina la notte dei lunghi coltelli per la successione alla guida del partito. Al congresso del 7 dicembre ad Amburgo, in gioco non ci sarà solo la leadership dei cristiano-democratici: «Chi sarà il presidente della Cdu sarà anche il candidato cancelliere alle prossime elezioni», scrive l’autorevole quotidiano conservatore Faz. Al momento sono tre gli sfidanti che si contendono la presidenza del partito: la segretaria generale della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer, l’attuale ministro della salute, Jens Spahn, e l’ex capogruppo dell’Unione Cdu-Csu e rivale storico di Merkel, Friedrich Merz. Un quarto candidato possibile potrebbe essere il ministro-presidente del Nord Reno-Vestfalia, Armin Laschet, che però oggi ha preso tempo, rimandando l’eventuale decisione.
Il primo ad annunciare la propria candidatura è stato Friedrich Merz, l’eterno rivale, l”uomo a cui Merkel soffiò il posto di capogruppo dell’Unione in Parlamento nel 2002. Giurista ed esperto di finanze, è ancora molto amato dall’ala economica e conservatrice del partito. Quella stessa area che in questi mesi ha lamentato più volte una certa stagnazione del governo Merkel.
L’avvocato 62enne incarna tutto quello che la Cdu non è più stata sotto la guida della cancelliera: un partito orientato principalmente verso il libero mercato con una visione del mondo radicalmente conservatrice. Non è un caso che proprio la Csu abbia accolto con favore la sua candidatura: «Merz apre un’immensa prospettiva per la Cdu e manda anche un segnale contro l”erosione continua dell’Afd», ha detto l’ex segretario generale dei cristiano-sociali bavaresi, Thomas Goppel. Secondo il politologo Wolfgang Merkel, «Merz riemerge come una fenice dalle sue ceneri ed è certamente il più carismatico dei 3 candidati».
Anche l”altro contendente, l’attuale ministro della Salute Jens Spahn è noto per essere un conservatore e un critico dichiarato di Merkel. Con i suoi 38 anni, Spahn è considerato dai commentatori troppo giovane per ricoprire il ruolo chiave di presidente del partito. Sia Merz che Spahn rappresentano l’ala conservatrice e critica della Cdu, un’area marginalizzata da tempo, ma con cui la cancelliera avrebbe deciso di convivere come un male minore: «Sono una persona che può lavorare molto bene con tante persone, e sono anche conosciuta per questo», ha ribadito oggi Merkel.
Annegret Kramp-Karrenbauer incarna invece la continuità dell’era Merkel, ma proprio il favore della cancelliera potrebbe rivelarsi un’ipoteca pesante da cui liberarsi. L’ex ministra-presidente del Saarland è nota per il suo stile politico sobrio e pragmatico, che le è valso l’appellativo di Merkel in miniatura. L’attuale segretaria generale ha però un chiaro obiettivo che la posiziona in modo autonomo rispetto alla cancelliera: emancipare il partito dall’eterno dibattito sui rifugiati e guardare avanti. Armin Laschet, infine, è considerato un fedele alleato di Merkel, ma la sua candidatura al momento è solo possibile, come teoricamente non è da escludere un’ipotetica candidatura dell”ex ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, perenne erede al trono di Helmut Kohl, attualmente presidente del Parlamento.

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