Pubblica amministrazione: 140.000 assunzioni nello Stato nei prossimi tre anni

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Con il disegno di legge Bongiorno approvato giovedì in consiglio dei ministri i ministeri e altri enti centrali potranno effettuare finalmente il turn over al 100%, già previsto per i Comuni. Con svariati articoli inseriti qua e là nelle bozze della legge di bilancio si prevedono inoltre nei prossimi tre anni una serie di assunzioni aggiuntive, in deroga anche al nuovo turn over, mirate a rafforzare gli organici di forze di polizia, uffici giudiziari, enti di ricerca e ministeri.

Gianni Trovati, sul Sole 24 Ore, ha pubblicato un’interessante indagine sulle assunzioni possibile nel pubblico impiego per i prossimi tre anni, in modo da realizzare quel turn over e lo svecchiamento dei pubblici uffici, soprattutto per alcuni servizi essenziali come la sicurezza, auspicato da tutti. e dare ai giovani la possibilità di un impiego sicuro invece dell’offa, diseducativa, del reddito di cittadinanza.

In tutto, per il 2019 si possono stimare almeno 140mila nuovi ingressi possibili negli uffici pubblici, anche
se sarà un traguardo difficilmente raggiungibile per una macchina di reclutamento e concorsi ancora da rodare.
Infatti resta da vedere se i concorsi, e l’avvio del «modello unico» di selezione da parte della Funzione pubblica per supportare anche le amministrazioni territoriali che sceglieranno di aderire, riusciranno a stare al passo delle possibilità che si aprono. Il portale nazionale del lavoro pubblico, gestito da palazzo Vidoni, attua il monitoraggio nazionale dei concorsi e dovrebbe permettere a tutti gli enti di pescare dalle graduatorie delle altre Pa per tali procedimenti. Oggi sono censite 15·660 graduatorie, in cui ci sono 3·966 vincitori ancora da assumere.

Le regole del turn over fissano i vincoli per le assunzioni in ogni ente pubblico sulla base delle uscite dell’anno precedente. Con il Ddl Bongiorno si prevede di alzare l’indicatore al 100%, con effetti crescenti negli anni per l’incrocio con la riforma della legge Fornero nel mondo pubblico secondo le bozze dovrebbe avvenire a scartamento ridotto. Tra preavviso e finestre, la riforma dovrebbe nei fatti aprire nel 2019 una sola ondata di uscite a luglio, rimandando a fine anno o all’inizio del prossimo la possibilità di abbandonare l’ufficio per chi matura i requisiti nei mesi successivi; una mossa che farebbe slittare di un anno anche gli spazi per assunzioni messi a disposizione da chi esce.

I maggiori ingressi (55.000) sarebbero previsti nella scuola, seguita da comuni e regioni, sanità, ministeri
e università.

Per Forze dell’ordine e Vigili del Fuoco le regole sono diverse, e accanto alle assunzioni ordinarie (2.000
nel 2019), si prevedono ulteriori ingressi per 5.000 unità negli anni successivi. Ci sono poi altre 7mila
possibili assunzioni nei ministeri, anche loro destinatari poi di un extra in manovra per Giustizia, Viminale
e Ambiente.

Si può programmare così l’avvio di una maxi-staffetta generazionale chiamata a cambiare aria in uffici invecchiati dall’effetto combinato di limiti alle assunzioni e dalla riforma Fornero, uno svecchiamento e un rimpolpamento reso indispensabile soprattutto nei settori Forze di Polizia e sicurezza, nei quali l’età avanzata di molti operatori chiamati a intervenire sul campo comincia a destare qualche seria preoccupazione nei vertici politici e burocratici.

 

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