Dopo denunce e interviste, proclami contro il razzismo, a seguito degli spari contro un ospite della sua parrocchia, Don Biancalani fa marcia indietro. In una Chiesa vuota, segno dell’afa certo, ma anche della disaffezione verso chi cerca di rendersi protagonista ad ogni costo, il prete, durante la messa domenicale, ha riconosciuto: «Voglio rassicurare tutti perché quello che è accaduto giovedì sera è, per quanto ne sappiamo, il gesto di qualche balordo, qualcuno che ha sparato a salve e che non è legato a gruppi estremisti». Don Biancalani riconosce egli stesso che si è trattato di «una goliardata, senza voler sminuire la gravità del gesto» e spiega «perché proprio questo aspetto dimostra che il messaggio (quel messaggio xenofobo contro cui ha sempre combattuto) è arrivato fino alla base della società, è penetrato in profondità».
Don Biancalani non ha alcuna intenzione di lasciare la sua missione, ma si sente abbandonato dalla sua chiesa. «La solitudine di Gesù è quella che talvolta sperimentiamo anche noi – dice durante l’omelia –. E’ l’assenza o la lontananza della comunità ecclesiale, di cui non capisco i motivi. Qui ci sono cento ragazzi che avrebbero bisogno di incontrare altre persone, di condividere le loro storie». Cento ragazzi che hanno sicuramente bisogno della sua meritoria assistenza, un po’ meno delle esagerazioni e delle interviste e conferenze stampa che fanno ormai parte dell’atteggiamento del Don.