Elezioni comunali in Toscana: Siena, Massa, Pisa «feudi rossi» a rischio

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Fra speranze, scetticismo e qualche sberleffo di chi li considera dilettanti allo sbaraglio, Lega e M5S fanno le prime mosse di governo. E il professor Conte, fin qui abituato alle aule universitari e a quelle dei tribunali con la toga d’avvocato, debutta fra i Grandi della Terra nel G7 in Canada. Fra l’altro con una missione fondamentale: cercare di far riammettere la Russia. D’intesa con Trump. Tutto questo fra l’irritazione e lo scherno del Pd di Renzi, che crede di essere su «Scherzi a parte»: perchè non si capacita di ritrovarsi all’opposizione e di essersi visto sfilare quel potere che forse credeva inespugnabile. Invece gli errori si pagano, soprattutto in politica. Se perdi la fiducia della gente, dopo devi essere Mandrake per riconquistarla. E puoi finire per vederti portar via anche poltrone mai in discussione fin dal dopoguerra. Sì, i cosiddetti feudi da sempre rossi. Eccoci al punto: un Pd così sconvolto dal voto del 4 marzo, pronto a scagliarsi con foga nella polemica contro Di Maio e Salvini, ma non ancora pronto a partorire una nuova proposta politica, domenica 10 giugno potrebbe addirittura perdere tre comuni storicamente amministrati dalla Sinistra. Ossia vere e proprie roccheforti prima del Pci, poi del Pds, dei Ds e quindi dei Dem: Siena, Massa e Pisa. Comuni che potrebbero essere destinati a seguire il destino di Livorno e Carrara (oggi guidati dal M5S) e di Arezzo, Pistoia e Grosseto, passati al Centrodestra.

SIENA – Al Pd restano, per il momento, Firenze e Prato (dove si voterà nel 2019) e Lucca. Oltre alla Regione Toscana, guidata da Rossi passato a Liberi e Uguali, ma ancora con solida maggioranza Pd alle spalle. Invece, il risultato di domenica 10 giugno, per la prima volta nella storia repubblicana, non è scontato. A Siena si contano nove candidati a sindaco, per 18 liste, ed è l’unica tra le città toscane al voto dove M5s non corre: il movimento senese aveva proposto un candidato per il quale non è mai arrivato il sì dalla direzione nazionale. La sfida principale è tra il sindaco uscente Bruno Valentini, che si presenta sostenuto dal Pd e da una lista civica anche se il suo partito inizialmente non lo voleva ricandidato, il candidato unitario del centrodestra Luigi De Mossi, e l’ex sindaco senese Luigi Piccini (già primo cittadino dal 1993 al 2001 con Pds e Ds). Valentini deve vedersela anche con due fuoriusciti del Pd,
Alessandro Pinciani e David Chiti, con proprie liste autonome. Avrà più chance di vittoria chi riuscirà ad attrarre l’elettorato M5s che alle elezioni del 4 marzo scorso ha ottenuto nella città del Palio il 20% circa dei consensi.

PISA – Partita complicata anche a Pisa, dove corrono 10 candidati a sindaco e 22 liste. La sfida sembra prevalentemente fra i
candidati di tre schieramenti: il centrosinistra (Pd e tre liste civiche) che schiera l’assessore uscente della giunta Filippeschi Andrea Serfogli, il centrodestra (Lega, Fdi e Fi) con Michele Conti e Movimento 5 Stelle con Gabriele Amore.

MASSA – Corsa a 10 anche a Massa, dove il sindaco Alessandro Volpi (Pd) cerca la riconferma e ha il sostegno di sette liste. Il
centrodestra unito schiera Francesco Persiani mentre M5S, che già governa la vicina Carrara, punta sulla candidata Luana
Mencarelli. L’eventuale ballottaggio (per i Comuni oltre i 15 mila abitanti) si terrà il 24 giugno.

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ISOLE – Nella tornata toscana andrà alle urne anche Capraia Isola (Livorno), che è il più piccolo comune della Toscana: poco più di 400 abitanti. Al voto per la prima volta il nuovo Comune di Rio (Livorno), all’isola d’Elba. Il 10 giugno sarebbe dovuto andare al voto per la prima volta anche la neo amministrazione di Laterina-Pergine Valdarno, in provincia di Arezzo, il primo è il paese di origine di Maria Elena Boschi, ma le elezioni sono state rinviate al 29 luglio: la notte scorsa è morto di uno dei candidati, Giovanni Lari che
era sostenuto dalla sinistra. Elezioni anche a Pescia (Pistoia) dove corre, per tentare di tornare sindaco, l’ex primo cittadino
Oreste Giurlani per cui la procura di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato in relazione alla sua carica di presidente dell’Unione delle comunità montane della Toscana.

SFIDA – Spesso si è detto che la Toscana poteva essere presa a modello come laboratorio politico. In realtà il potere della Sinistra non è mai stato in discussione. E bisogna riconoscere che, nonostante le critiche (mosse anche dal sottoscritto per oltre 40 anni sulle colonne de La Nazione e ora su Firenze Post), il tenore di vita dei toscani non è stato poi troppo basso. Il fatto è che i tempi cambiano. E la Sinistra ha commesso errori non di poco conto, in Toscana e in tutt’Italia. Il Pd deve capire se ha ancora credibilità nei territori che da sempre amministra. E’ come giocare in casa la partita della vita. Se dovesse perdere anche qui non gli resterà che guardarsi allo specchio e riflettere. E ripartire non dalle polemiche spicciole di questi giorni (con Delrio che, alla Camera, dà del pupazzo allo smarrito professor Conte), ma con una nuova proposta politica. Dalla parte della gente. Evitando di far confusione fra popolo e populismo.

Sandro Bennucci

 

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