Piombino Aferpi: la regione esulta per lo sblocco dei fondi, tiepidi sindacati e Sinistra italiana

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I lavoratori e le organizzazioni sindacali di Aferpi che si sono mobilitati, con un sit in davanti al Ministero, per sollecitare lo sblocco dei 30 milioni assegnati alla Toscana in virtù delle economie relative alla cassa integrazione in deroga sono stati ricevuti dal responsabile della segreteria tecnica del ministro Bruno Busacca. Sono stati informati che la prossima settimana verrà firmata la convenzione con l’Inps che renderà disponibili le risorse.

REGIONE – Gli uffici della Regione sono già al lavoro per rendere operative le misure del piano subito dopo la firma della convenzione con Inps. Esulta Rossi: «è stato premiato l’impegno della Toscana per assicurare il più velocemente possibile lo sblocco delle risorse a suo tempo assegnate dal Ministero». L’assessore Cristina Grieco ha informato che le risorse disponibili sono riservate per il 70% agli interventi attivati per i lavoratori residenti nei Comuni toscani delle aree di crisi industriale complessa, non complessa e regionale, e per il 30% agli interventi attivati per i lavoratori residenti o domiciliati nelle altre aree regionali. Di questi 8 milioni sono riservati all”assegno per l’assistenza alla ricollocazione e 14,5 milioni all’indennità di partecipazione, mentre altri 7 milioni saranno destinati agli incentivi all’assunzione.

SINISTRA ITALIANA – Stefano Fassina e Alessia Petraglia calmano gli entusiasmi della regione: «Cinquecento euro per 6 mensilità sono certamente un sostegno utile per i lavoratori che hanno esaurito gli ammortizzatori sociali ma l’impegno più grande deve essere impiegato per far ripartire l’economia nelle aree di crisi. A Piombino – proseguono i due parlamentari di Sinistra Italiana – questo si traduce non ritardando ulteriormente le importanti bonifiche dell’area, che potrebbero
rioccupare proprio molti lavoratori dell’indotto, e rilanciando l’attività industriale con maggiori certezze e serietà rispetto a quello che è accaduto in questi anni. Rebrab entro il 31 ottobre deve presentare un piano industriale e finanziario degno di questo nome o trovare un partner affidabile. Il tempo scorre ma, a fronte dell”interesse di Jindal, Rebrab non risponde. Se a questa scadenza non ci saranno novità positive e concrete lo Stato italiano entri in possesso temporaneamente delle acciaierie di Piombino, che tra l’altro potrebbero attingere al fondo di 300 milioni per la continuità produttiva delle aziende Commissariate previsto nel Decreto Fiscale, faccia ripartire i treni di laminazione e verifichi l’interesse di Jindal. È necessario dare una speranza di futuro a migliaia di lavoratori e ad un intero territorio che da troppo tempo vive un dramma sociale ed economico».

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