Politica: Renzi ricorda il gelido passaggio di consegne, ma Letta reagisce

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Uno degli episodi più incresciosi e poco edificanti nella storia della politica italiana è costituito senza dubbio dall’assicurazione (subito smentita) di Renzi, allora segretario Pd, al premier Enrico Letta, con la storica frase «Enrico, stai sereno» e il successivo improvviso cambio alla guida del governo, deciso a suo insindacabile giudizio da Giorgio Napolitano. Il gelido passaggio di consegne, immortalato dalla foto in alto, fu il segnale della rottura politica e personale fra i due soggetti.

La pubblicazione del libro Avanti e il racconto che Renzi fa di quella vicenda hanno ridato fuoco alle polveri, scatenando una reazione sdegnata del solitamente calmo e imperturbabile Enrico letta, che ha scelto la sospensione dell’attività politica per dedicarsi all’insegnamento e agli studi in quel di Parigi.

L’avvicendamento con Enrico Letta, a detta di Renzi, «è stata un’operazione politica voluta in primis dall’allora minoranza del Pd. E’ stata un’operazione politica che io ho pagato a livello reputazionale, ma a livello politico ha smosso l’Italia. E quindi la rifarei», dice il segretario del Pd Matteo Renzi alla presentazione del suo libro “Avanti”.

Nel libro Renzi scrive: «L’idea che si sia trattato di una coltellata alle spalle è una fake news alimentata da un nutrito club di editorialisti monotoni. Le ricostruzioni mettono in scena un golpe in piena regola, come se Letta fosse stato usurpato di chissà quale investitura democratica o popolare e invece l’unica volta in cui Enrico si era candidato alle primarie, nel 2007, aveva raccolto la miseria dell’11% dei voti. Più o meno la stessa percentuale di Civati qualche anno più tardi. Letta entra in modalità broncio. E la scena del passaggio della campanella segna un investimento del premier uscente: fare la parte della vittima funziona sempre in un paese in cui si ha più simpatia per chi non ce la fa che per chi ci prova. Ci sono intere carriere che vengono costruite sul vittimismo anziché sui risultati».

Secca la replica di Enrico Letta: «Mi è tornata in mente una frase ascoltata tanto tempo fa: ‘Sono convinto che il silenzio esprima meglio il disgusto e mantenga meglio le distanze’. Da tempo ho deciso di guardare avanti e non saranno queste ennesime scomposte provocazioni a farmi cambiare idea. Gli italiani sono saggi e sanno giudicare».

 

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