Confindustria: inizia l’era di Emanuele Orsini. “Dialogo, identità e unità i pilastri del mio mandato”

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Confindustria: comincia l’era di Emanuele Orsini, eletto in assemblea con il 99,5% dei consensi. L’imprenditore emiliano è il 32esimo presidente di Confindustria. Un voto che mostra come il sistema si sia “ricompattato immediatamente", sottolinea lo stesso Orsini, reduce da una competizione elettorale infuocata con 4 contendenti ai nastri di partenza (sfilatisi via via in corsa). Sono tre i pilastri che reggeranno il mandato del neopresidente: dialogo, identità, unità. Tre parole chiave, legate dalla necessità di lavorare insieme a quelle che sono le sfide del Paese.

“Confindustria si siede con tutti. Noi ci siamo", assicura infatti l’industriale del legno.Dunque dialogo, necessario soprattutto con le confindustrie territoriali e le federazioni per “fare una sintesi e portare le proposte di tutti". Identità, definita da Orsini una “sfida enorme” per una realtà che conta “151mila imprenditori e che rappresenta oltre 5 milioni di persone".

Infine, l’unità, che resta una vera e propria "esigenza" non solo in seno a Confindustria, ma anche nel rapporto con il governo e i sindacati, archiviando la stagione di Carlo Bonomi.A Palazzo Chigi, il nuovo numero uno degli industriali lancia subito un monito: “Serve certezza del diritto". Che, tradotto, significa "no” a misure retroattive, come quelle sul superbonus. Il confronto con l’esecutivo sarà serrato,

Confindustria chiederà una serie di tavoli su cui far approdare le proprie proposte che, garantisce Orsini, saranno “o a costo zero o un investimento”. Anche con i sindacati invoca "un dialogo costruttivo", senza risparmiarsi però una stoccata ai referendum presentati dalla Cgil. “In un momento in cui i lavoratori giovani selezionano le imprese in cui andare, parlare di Jobs act mi sembra una pazzia", dice, osservando che si tratta di “una chiave politica, non un’esigenza del momento".

Ma Landini non alza i toni: “L’augurio – scrive il leader di Corso d’Italia in una nota di congratulazioni – è di trovare insieme le migliori soluzioni per affrontare quelle che a nostro avviso rappresentano vere e proprie emergenze: la scarsa sicurezza sul lavoro, che ha prodotto la terribile media di tre morti al giorno, la troppa precarietà, che continua a generare un senso di incertezza tra le giovani generazioni e abbassa la qualità del lavoro". E la Uil apre, dichiarando la propria “disponibilità al confronto” per far uscire il mondo del lavoro dal “guado in cui si è impantanato”, afferma il segretario Pierpaolo Bombardieri.

Le priorità messe sul tavolo da Orsini però toccano una rosa ampia di dossier, a partire da quello della politica industriale, declinata a livello europeo. “Basta con gli atteggiamenti ideologici e anti-industriali. La prossima Commissione – ammonisce – rimetta al centro l’industria”. E poi ancora, la valorizzazione del capitale umano, la ripartenza del Mezzogiorno, l’energia, una questione di “competitività ma anche di sicurezza nazionale”,a cui si affianca il dibattito sul nucleare di nuova generazione e le infrastrutture, vitali per connettere far funzionare il tessuto produttivo dello Stivale e su cui ragionare con criterio come nel caso del Ponte sullo Stretto. “Io sono d’accordo, basta che abbiamo anche le infrastrutture per arrivarci", chiosa Orsini.

Ernesto Giusti

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