Fiorentina regala due rigori al Napoli e perde al Maradona: 1-0. Gonzalez e Kouamè si “mangiano” il pari. Pagelle (Foto)

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C’è un “colpevole” nella sconfitta della Fiorentina, non del tutto meritata, nella partita dell’apoteosi napoletana: è Nico Gonzalez. Ma no, i “colpevoli” sono due: bisogna aggiungere Kouamè. Senza i loro due errori clamorosi davanti alla porta, i viola avrebbero potuto guastare un po’ la festa al Napoli, portando via almeno un prestigioso pareggio. Invece, se è vero che il risultato è determinato dagli episodi, mi dispiace per il buon Nico, dal quale ci saremmo aspettati una grande giornata proprio nello stadio intitolato al suo immenso connazionale. Gonzalez prima ha sgambettato inutilmente in area il fenomeno Kvaratskhelia. Rigore netto. Osimhen, che si era fatto parare da un bravissimo terracciano il rigore precedente (un’ingenuità del centrocampista marocchino andato allo scontro fisico, in area, col centravanti azzurro), stavolta ha spiazzato il portiere regalando al Napoli la vittoria che permette di festeggiare con più entusiasmo lo strameritato scudetto. Ma fatemi tornare a Gonzalez: dopo quel fallo su Kvara, avrebbe potuto mettere in rete il gol del pareggio a dieci minuti dalla fine, su assist al baccio di Venuti: ma Nico, a centro area, invece di calciare di prima, magari di collo piede, ha allargato finendo per mangiarsi un gol che, forse, sarebbe rimasto nella storia. Come quello di Baggio il 10 maggio 1987, quando il Napoli, allora campione d’Italia per la prim a volta, venne inchiodato dalla Fiorentina sull’uno a uno.

                                L’abbraccio tra Italiano e Spalletti prima della partita (ANSA / CIRO FUSCO)

KOUAME’ – Come Nico, si è “mangiato”, ma davvero, il gol del possibile pareggio Kouamè, solo davanti a Gollini a pochi spiccioli dalla fine. Peccato. La Fiorentina aveva già la testa al Basilea? Direi di no. E devo dire che Italiano aveva indovinato formazione e strategia, costringendo il Napoli a faticare molto nel primo tempo. Senza però trovare il gol per l’incapacità di Jovic ad essere una vera prima punta. C’è da dire che Spalletti aveva dato spazio, all’inizio, a vari giocatori non titiolari. Poi ha capito che senza Kvara e Lotobka sarebbe stato difficile vincere. Li ha inseriti e il Napoli ha cambiato volto. Ma dai, no cambia niente. Lascianmo il Napoli alla sua testa e pensiamo in grande, all’Europa: il Basilea non è il Napoli, la Fiorentina può eliminbarlo e andare in finale anche di Conference League, oltre che di Coppa Italia con l’Inter.

                              La festa scudetto dei tifosi del Napoli al Maradona (ANSA / CIRO FUSCO)

PAOLO SORRENTINO – Il ‘Maradona’ tirato a lucido per l’occasione, con ospiti illustri come il regista premio Oscar Paolo Sorrentino e il tecnico dell’Atletico Madrid Diego Simeone, accoglie i campioni d’Italia con una splendida coreografia tricolore, e il 3 come il numero degli scudetti in bella mostra in mezzo. Gli oltre 50mila presenti nell’impianto di Fuorigrotta cantano e strombazzano ma fuori dallo stadio un fiume di tifosi si stringe virtualmente attorno a Di Lorenzo e compagni. Non ci sono praticamente i tifosi viola, dopo che la “Fiesole” ha deciso di disdertare la trasferta. Lo spettacolo è fuori dal campo e quello che succede dentro il rettangolo verde conta fino a un certo punto. Sarà per questo che la Fiorentina, dopo aver concesso il ‘pasillo de honor’ ai padroni di casa al loro ingresso in campo, non fa sconti appena l’arbitro fischia l’inizio del match. I viola vogliono prendersi l’ottavo posto in solitaria e, pur facendo delle rotazioni ragionate in vista della semifinale di Conference League, partono forte e creano subito due occasioni con Jovic, che trova sulla sua strada un ottimo Gollini.

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SPALLETTI – Scarichi dopo l’euforia dei giorni scorsi e con alcuni elementi cardine tenuti inizialmente a riposo – da Kvara a Lobotka passando per Rrahmani – i ragazzi di Spalletti si fanno notare con un paio di iniziative senza fortuna di Elmas e Osimhen, che non riescono a inquadrare lo specchio della rete, ma ciò che spicca all’intervallo è soprattutto il dato del possesso palla – uno dei marchi di fabbrica della squadra – che vede la Fiorentina avanti 59 a 41. Il rammarico dei toscani è non capitalizzare la superiorità, in termini di occasioni e di gioco, del primo tempo, perché nella ripresa Spalletti cambia volto del suo Napoli e la squadra subito si accende. L’ingresso di Kvara al posto dell’infortunato Lozano e quelli di Zielinski e Lobotka in mezzo al campo invertono il trend del match.

TERRACCIANO – Il polacco si guadagna subito un rigore per un fallo di Amrabat, ma Osimhen dal dischetto non capitalizza facendosi ipnotizzare da Terracciano. I padroni di casa, spinti dal loro pubblico, non sono però più la squadra distratta dei primi 45′. E a venti minuti dal gong trovano il meritato vantaggio proprio con Osimhen, ancora dal dischetto, che non sbaglia al secondo tentativo e firma il 23° gol di un campionato di cui è sempre più capocannoniere. Nel finale Italiano ribalta il fronte offensivo del suo undici (dentro Saponara e Kouamé) e la Fiorentina, con una reazione rabbiosa, per poco non agguanta il pareggio. Nico Gonzalez però manda a lato da posizione favorevole, poco dopo Kouamé – imbeccato da Jovic – spara invece alto su Gollini in uscita. Finisce qui. Dentro e fuori dal Maradona è festa immensa. La Fiorentina riparte in sordina. Certo con un po’ di rimpianto.

Sandro Bennucci

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