Piantedosi: linea dura contro navi Ong, rave party e manifestazioni illegali. Approvata dal governo

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La discontinuità con il comportamento dei precedenti governi comincia già a prendere forma con i provvedimenti annunciati e adottati dal nuovo ministro Piantedosi. Si è iniziato con la stretta sulle navi Ong che scaricano clandestini solo e soltanto sulle nostre coste e sui rave party illegali, finora ampiamente tollerati, con le conseguenti polemiche.

Dopo aver dato disposizioni per intervenire concretamente su quello in atto a Modena, con risultati subito positivi, visto che gli occupanti abusivi hanno cominciato a lasciare l’area, Piantedosi ha portato in consiglio dei ministri un decreto legge che prevede il sequestro e la confisca di tutti i mezzi utilizzati per i rave party — dai tir alle apparecchiature per la musica — ma anche sanzioni e Daspo per i partecipanti.

Il provvedimento varato oggi dal Consiglio dei ministri riguarda tutti i raduni non autorizzati. E’ prevista la reclusione da 3 a 6 anni, multe da 1.000 a 10.000 euro e si procede d’ufficio “se il fatto è commesso da più di 50 persone allo scopo di organizzare un raduno dal quale possa derivare un pericolo per l’ordine pubblico o la pubblica incolumità o la salute pubblica”. In caso di condanna, “è sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione”.

Nell’agosto del 2021, quando fu organizzato un rave in provincia di Viterbo, le forze dell’ordine furono sorprese dall’arrivo di almeno 20 mila persone e alla fine si decise di non intervenire. Nella sua informativa alla Camera l’allora ministra Luciana Lamorgese spiegò che «per il raduno che si è tenuto tra il 13 e il 14 agosto, l’azione di forza era controindicata perché lo sgombero dell’area con il ricorso a idranti e lacrimogeni avrebbe creato rischi per ordine pubblico e salute, quindi visto l’alto numero di persone e la presenza di bimbi è stata ritenuta opportuna un’attività dissuasiva».

NAVI ONG – Non servirà un nuovo decreto, visto che il 26 ottobre scorso Piantedosi ha notificato una direttiva ai vertici delle Forze di polizia e della Capitaneria di porto per informarli che con due note verbali la Farnesina aveva comunicato a Norvegia e Germania, Stati di bandiera della Ocean Viking e della Humanity 1, che l’attività delle due navi non era «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale». Poche ore dopo è arrivata dalle stesse navi la richiesta di sbarcare in un porto sicuro ma il via libera non è finora arrivato.

«Non vogliamo il braccio di ferro» ha fatto sapere Piantedosi, pur consapevole che l’eventuale ordine di blocco rischia di riaprire lo scontro come avvenne quando al Viminale c’era Salvini e lui era capo di gabinetto.

PROTESTE DI PIAZZA – ll timore è che quanto accaduto la scorsa settimana alla Sapienza con gli scontri tra polizia e manifestanti possa diventare una regola, soprattutto se le tensioni sociali aumenteranno nelle prossime settimane.

Piantedosi predica moderazione, ripete che «sarà sempre garantito il diritto di manifestare a chi è autorizzato e a chi lo fa senza utilizzare la violenza». E intanto ha già convocato per questa settimana il «tavolo tecnico» per mettere a punto nuove misure che regolino le modalità delle manifestazioni e l’intervento delle forze di polizia.

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