Pnrr Italia: Commissione Ue si prende tre mesi per esame preliminare. Giudizio dopo le elezioni

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La Commissione UE si prende un mese in più di tempo – quindi tre mesi in totale e non due – per l’esame preliminare a Bruxelles della richiesta dell’Italia di pagamento della seconda tranche da 21 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Secondo quanto risulta all’ANSA il termine è atteso ora il 29 settembre, quattro giorni dunque dopo le elezioni. E’ la stessa Commissione a confermare che c’è stata una proroga di un mese, rispetto ai due mesi che ha solitamente per l’esame delle domande di pagamento del Pnrr, decisa “a seguito di una valutazione congiunta”, spiega un portavoce, e convenuta “per consentire un tempo sufficiente per gli scambi durante il periodo estivo e facilitare il lavoro da entrambe le parti”. In parole povere la Commissione, prima di decidere, vuol vedere chi uscirà vittorioso dalle elezioni e quale sarà il nuovo governo.

La seconda richiesta di pagamento nell’ambito del Recovery per 21 miliardi (al netto dei prefinanziamenti) era stata fatta dall’Italia il 29 giugno dopo aver rispettato 45 ‘tappe e obiettivi’: ‘target’ e ‘milestone’ relativi a riforme “all’interno della pubblica amministrazione, degli appalti pubblici, dell’amministrazione fiscale, dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria territoriale, nonché gli investimenti in banda ultra larga e 5G, turismo e cultura, idrogeno, rigenerazione urbana e digitalizzazione delle scuole”, ricorda la Commissione.

Una volta completata la valutazione, la Commissione invierà il parere, come di prassi, al Comitato economico e finanziario (Cef), che si esprimerà entro quattro settimane. La parola tornerà quindi alla Commissione, che adotterà la decisione finale sull’erogazione (con la cosiddetta comitatologia, una serie di procedure previste per tener conto del parere del comitato).

Ad agosto 2021 la Commissione europea aveva versato 24,9 miliardi all’Italia (8,957 a fondo perduto), come anticipo del 13% sui 191,5 miliardi dell’ammontare totale del Recovery previsto fino al 2026 (68,9 miliardi di sovvenzioni previste). Il primo pagamento vero e proprio per 21 miliardi è arrivato invece ad aprile di quest’anno.

Giusto questa settimana Palazzo Chigi ha chiesto a uffici e dipartimenti dei ministeri di far il più presto presto possibile per colmare i ritardi relativi all’adozione dei decreti attuativi, necessari per rendere operativi i provvedimenti varati dall’esecutivo, e raggiungere nei prossimi due mesi quanti più obiettivi possibili del Pnrr.

Quanto al dibattito politico su possibili variazioni del Recovery, il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha già chiarito le ‘regole di ingaggio’: “I piani nazionali vanno attuati, e bisogna farlo adesso, accelerando. Non vanno ripensati. Se c’è qualcosa di mirato e limitato da correggere le porte a Bruxelles sono aperte, ma non lo sono per ricominciare da capo”.

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