I penalisti chiedono eliminazione autoreferenzialità dei magistrati. Si torna a parlare di responsabilità civile, a noi sembra più cruciale la responsabilità professionale dei magistrati. I giudizi e le valutazioni di professionalità ogni 4 anni sono puramente formali, con il 99% di giudizi positivi. Noi indichiamo soluzioni forti sul ripensamento degli organi deputati a fornire al Csm gli elementi di valutazione e con la formazione di criteri precisi. Lo ha detto Giandomenico Caiazza, presidente dell’Unione delle Camere penali, illustrando alla Camera le proposte di emendamenti al disegno di legge delega di riforma del processo penale. Riteniamo che debba avere un ruolo fondamentale la valutazione sui grandi numeri, non sulle singole vicende, dei risultati delle iniziative dei magistrati: non può non ricadere sulla valutazione professionale quanti provvedimenti abbiano trovato conferma, ha spiegato Caiazza. A giudizio dei penalisti il tema della responsabilizzazione del magistrato è cruciale e in uno dei momenti di crisi più gravi è netta la percezione del fatto che il magistrato non risponda in alcun modo e a nessuno delle proprie decisioni, secondo il sistema di autoreferenzialità della magistratura.
La magistratura, ha aggiunto Caiazza, deve abbandonare l’autoreferenzialità che la caratterizza e la giurisdizione deve essere il frutto dell’interazione con avvocatura e accademia. L’idea che l’accesso a giurisdizione debba essere esteso a diverse soggettività si traduce in proposte emendative precise, che riguardano non solo il reclutamento ma anche la fase della formazione: la Scuola superiore della magistratura deve accentuare con forza acquisizione di punti di vista diversi, la costituzione del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei Consigli giudiziari che devono essere estesi a una presenza molto più forte di avvocatura e accademia, chiamati a intervenire su giudizi di professionalità
