I dati dell’export agroalimentare in Toscana

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(AGIPRESS) – Il 45 per cento dell’export agroalimentare toscano dei prodotti ad indicazione geografica – di cui gli USA con il 38 per cento detengono la quota principale – è costituito dai prodotti legati alla zootecnia, primo fra tutti il prosciutto toscano DOP, seguito dal pecorino toscano DOP e dalla finocchiona IGP. In Toscana, il settore zootecnico, di cui l’allevamento di suini costituisce circa il 20-25 per cento, genera un valore di 477 milioni di euro (il 29 per cento della produzione nazionale). Tale valore rappresenta quasi un quinto dell’intera produzione agricola della Toscana. Questo e altri temi sono stati oggetti dell’incontro avvenuto tra la vicepresidente e assessora all’agroalimentare della Regione Toscana Stefania Saccardi e la console generale statunitense Ragini Gupta. Al centro dell’incontro: l’importanza della ripresa delle esportazioni in Usa dei salumi toscani a bassa stagionatura come il lardo di Colonnata IGP, la finocchiona IGP, i salumi ottenuti con la carne di cinta senese DOP o la mortadella di Prato IGP.

La Toscana è caratterizzata tradizionalmente dalla predominanza di strutture di medio-piccola dimensione, a conduzione familiare, ubicate soprattutto nelle zone interne del territorio regionale, che hanno un’importanza rilevante per la biodiversità e la caratterizzazione del territorio e sono supportate da specifiche politiche come ad esempio i Progetti integrati di filiera (Pif) e le misure a tutela della biodiversità agraria, attraverso il mantenimento di razze animali autoctone di interesse zootecnico. I prodotti zootecnici sono caratterizzati da un elevato profilo di qualità e apprezzabile diffusione del biologico. Anche nell’ambito dei prodotti a indicazione geografica il settore zootecnico è molto rilevante: i prodotti a base di carne sono il principale segmento in termini di valore prodotto nella regione (50 milioni di euro, che diventano 62 milioni se si aggiunge il valore delle carni fresche) seguito dai formaggi (30 milioni di euro), dall’olio (poco superiore ai 20 milioni di euro in una stagione produttiva normale) e dagli ortofrutticoli (500 mila euro circa). I produttori dei comparti zootecnici per le carni fresche e preparate contano 2.300 unità. Nella filiera delle carni fresche a indicazione geografica sono coinvolti 722 allevamenti dove si allevano circa 5.650 capi bovini, 11.700 capi ovini e poco meno di 8.000 capi suini.
Nel settore dei prodotti a base di carne suina sono coinvolti circa 60 allevamenti che si occupano di poco meno di 7.500 scrofe generando un valore di 50 milioni di euro.

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