Toscana ha approvato una legge sulla sicurezza, videosorveglianza e vigili di prossimità

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La sicurezza urbana integrata ha in Toscana una legge ad hoc, approvata oggi dal consiglio regionale. Misure come la videosorveglianza, i vigili di prossimità, le iniziative di rigenerazione sociale urbana che da anni sono oggetto di una sperimentazione in tutta la regione, adesso hanno una cornice normativa. E rappresentano un modello tutto toscano.

«Sono molto soddisfatto perché questa legge arriva dopo un lungo percorso di sperimentazione che ci ha visto mettere alla prova e finanziare misure davvero innovative per rispondere alla domanda dei cittadini – dice l’assessore alla presidenza e alla sicurezza Vittorio Bugli – La proposta di legge è stata approvata dalla maggioranza, e ha anche ottenuto un notevole numero di astensioni da parte di gruppi importanti che sono all’opposizione. Insomma, una condivisione larga e bella».

La sperimentazione che ha dato corpo alla legge oggi approvata, è andata nella direzione opposta a quella dello ‘sceriffo’, privilegiando invece la via del miglioramento del contesto sociale urbano. «Il punto di partenza è stato proprio questo – spiega l’assessore – Noi non siamo le forze dell’ordine, non abbiamo competenze dirette sulla sicurezza, ma possiamo certamente migliorare l’ambiente in cui le forze dell’ordine operano. E in questa direzione ci siamo mossi cercando di attuare un modello che è il primo in Italia».

In questa legislatura sono stati investiti complessivamente 21 milioni di euro in progetti di sicurezza integrata presentati dai Comuni. In particolare, con gli ultimi due bandi, la Regione ha finanziato 120 progetti di videosorveglianza di altrettante amministrazioni comunali per un importo di 2,5 milioni di euro. Altri 715 mila euro sono stati rivolti a progetti di rigenerazione sociale di quartieri e paesi ‘difficili’ in 22 Comuni. Infine 635 mila euro hanno finanziato la polizia di prossimità in 25 Comuni, che si vanno ad aggiungere agli altri 15 che avevano già avviato questa sperimentazione.

Oggi la videosorveglianza è presente quasi ovunque: c’è in 250 comuni. «E anche gli investimenti ‘software’ nei quartieri urbani hanno hanno innescato processi di rigenerazione sociale di cui siamo soddisfatti –
spiega l’assessore Bugli – Un caso su tutti: il quartiere Garibaldi a Livorno dove abbiamo cercato, attraverso il sostegno alla vita sociale, all’intrattenimento, all’arte, di riqualificare il quartiere. In molti luoghi gli esperimenti sono riusciti, in altri un po’meno. Ma l’importante è che abbiamo aperto una strada».

Quanto ai vigili di prossimità «non solo, operando in strada, vanno incontro ai cittadini, ma costituiscono anche un presidio sociale. Solo con il primo bando abbiamo messo finanziamenti per 80 agenti di prossimità in tre anni: di tutti gli agenti che ci ha promesso Salvini, in Toscana non ne abbiamo visto nemmeno uno – continua l’assessore ricordando anche l’impegno per la formazione delle divise a un approccio ‘integrato’ alla sicurezza, la quale «richiede una logica nuova: le città hanno bisogno di essere lette anche da un punto di vista della sicurezza per poter avviare azioni davvero efficaci. E anche con la polizia locale il percorso è stato collaborativo: abbiamo fatto decine di riunioni».

Dopo la sperimentazione, la legge offre adesso ai sindaci le linee di indirizzo e una cornice normativa sulle quali tutti si possono appoggiare. «Aver consolidato questa esperienza permetterà anche di fare delle evoluzioni significative. Penso ad esempio alla videosorveglianza. Abbiamo realizzato l’infrastruttura più importante d’Italia: in futuro dovrà essere tenuta ancora di più in rete, collegando tra loro i piccoli comuni o mettendo a disposizione delle questure, della polizia, dei carabinieri una rete sempre più moderna con tecnologie sempre più aggiornate».

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La legge “Norme in materia di sicurezza urbana integrata e polizia locale” rappresenta la “via toscana” ai temi della sicurezza. Le linee guida sono state fissate dopo un percorso di confronto, nel “Libro Bianco sulle Politiche Regionali di Sicurezza Urbana”, realizzato nel 2018 con Anci Toscana. La legge affronta, oltre alle politiche di sicurezza, anche l’organizzazione e lo svolgimento delle funzioni di polizia locale, e i fenomeni di degrado urbano.

Inoltre fissa il principio di sicurezza integrata, cioè l’insieme degli interventi dello Stato, delle Regioni, delle Province autonome e degli enti locali, ciascuno secondo le proprie competenze, che riguardano la riqualificazione, sia urbanistica che sociale e culturale, il recupero delle aree o siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, la prevenzione.

PROGETTI SPECIALI
La legge prevede la possibilità di finanziare progetti speciali per afforzare la prevenzione sociale in aree del territorio con particolari situazioni di degrado socio economico, tenuto conto dell’indice di delittuosità o del verificarsi di particolari eventi di conflitto sociale o reati.

SICUREZZA PARTECIPATA
La legge riconosce il ruolo che le comunità locali attive, coese, inclusive e solidali hanno per la sicurezza dei territori tramite i gruppi di vicinato, gli assistenti civici o i gruppi di cittadinanza attiva, per promuovere l’educazione alla convivenza, il rispetto della legalità, la mediazione dei conflitti, l’integrazione e l’inclusione sociale.

FORMAZIONE
La Regione, dando seguito ad uno dei punti del Libro Bianco, promuove i interventi formativi in materia di sicurezza integrata rivolti agli enti locali.

CONFERENZA REGIONALE SULLA SICUREZZA URBANA INTEGRATA
Per aggiornare le linee guida, la legge prevede una conferenza presieduta dall’assessore alla sicurezza e composta dai sindaci dei comuni capoluogo e dai presidenti della Conferenza zonale dei sindaci.

POLIZIA DI PROSSIMITÀ
Le strutture di polizia opera anche con ‘moduli di comunità’ mediante i quali il Comune si avvicina ai cittadini, li incontra e li ascolta, rovesciando il rapporto tradizionale con le istituzioni. Questo è finalizzato alla rilevazione e interpretazione dei problemi del territorio, all’ascolto, alla gestione dei conflitti.

RAPPORTI CON VOLONTARIATO
Gli enti locali possono stipulare convenzioni con le associazioni di volontariato per collaborazioni con la polizia locale rivolte a favorire l’educazione alla convivenza, al senso civico e al rispetto della legalità.

NUCLEI SPECIALIZZATI
La Regione promuove e sostiene, in collaborazione con gli enti locali, la formazione specialistica di alcuni addetti o di alcuni corpi di polizia locale, per specifiche materie come la sicurezza urbana, la vigilanza e controllo in materia edilizia, la vigilanza e controllo sul commercio, la tutela ambientale-ecologica, l’infortunistica stradale.

FORMAZIONE DELLA POLIZIA LOCALE
La Regione finanzia, mediante la Fondazione Scuola Interregionale di Polizia Locale, la formazione e dell’aggiornamento della polizia locale, con particolare riguardo alla prima formazione.

GIORNATA DELLA POLIZIA LOCALE
Viene introdotta la giornata della polizia locale, istituita dalla Giunta regionale con proprio atto.

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