Fiorentina, Pradè: «Veretout via per 25 milioni. Chiesa? Voglio che resti. E c’è un esercito di esuberi»

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Ancora un po’ di pazienza. La nuova Fiorentina deve delinearsi. Si sa che giocherà, inizialmente, con il 4-3-3-, ma chi comporrà quello schema, a oggi, 4 luglio, independence day (data importante per la proprietà americana) non si sa. E nemmeno Daniele Pradè ha un’idea precisa La conferenza stampa di presentazione del di nuovo direttore generale l’ha avviata Joe Barone. Parlando di organigramma della società: «A breve uscirà l’organigramma, poi sarà presentato. Io gestirò la Fiorentina, sotto il presidente Rocco Commisso». Sul sito ufficiale della Lega Serie A si legge che il nuovo ad viola è Mark E.Stephan, uomo di fiducia di Commisso con numerose esperienze all’interno di Mediacom, colosso dei servizi via cavo fondato dal magnate americano. Si tratta però, è stato spiegato, di un organigramma ancora provvisorio che sarà completato appunto nei prossimi giorni. Barone ha poi voluto ringraziare «Commisso ma anche Diego e Andrea Della Valle per tutto il lavoro che hanno fatto nella Fiorentina, oltre al Comune di Firenze e a tutta la tifoseria». Sulla vicinanza di Commisso, sia Barone che Pradè hanno detto che Rocco chiama dieci volte il giorno. In riferimento al centro sportivo Barone ha confermato di lavorare con l’obiettivo di costruire un centro sportivo unico, dove riunire tutte le squadre. Sulle prospettive di crescita del settore giovanile ha precisato che la volontà è quella di portare più giocatori toscani e italiani.

PRADE’ – Il di nuovo direttore generale, Daniele Péradè, ha cominciato rispondendo alle domande sui nomi più caldi: «Veretout ha chiesto di essere ceduto, vuole aumentare il suo livello di competitività. Su Chiesa posso dire che parlerò con lui quando rientrerà dalle vacanze, gli spiegherò qual è il nostro progetto poi ci metteremo seduti in maniera molto leale. Non c’è stato ancora nessun tipo di contatto. Con Veretout – ha continuato – ci ho parlato, è un ragazzo intelligente, speriamo di trovare una soluzione. Per lui non vogliamo contropartite tecniche». La richiesta è precisa: chi lo vuole deve spendere 25 milioni. Punto. Pradè ha parlato anche di Simeone: «E’ un giocatore forte – ha sottolineato – e vogliamo rigenerarlo. Non vedo l’ora di parlarci. Non fa parte della lista dei 60 calciatori in esubero».

DE PAUL – Si è parlato anche del mercato in entrata, partendo da De Paul dell’Udinese: Pradè ha sottolineato l’elevato costo del giocatore, aspetto che rende difficile la trattativa. Il centravanti del Cagliari Leonardo Pavoletti, ha continuato Pradè, è incedibile, mentre Ismael Bennacer dell’Empoli piace da tanto tempo, ma vorrebbe giocare una competizione europea. Su un ritorno di Borja Valero in maglia viola, l’idea c’è stata ma ha uno stipendio non in linea con i canoni della Fiorentina. C’è poi la questione relativa a Daniele De Rossi, accostato alla Fiorentina: «Il rapporto tra me, Montella e De Rossi è talmente forte che ci diciamo qualsiasi cosa – ha detto -. Non c’è stato un ‘sì’ o un ‘no’ da parte di De Rossi, non siamo mai arrivati ad un’offerta di contratto».

ESERCITO – Sul mercato Pradè ha detto di avere «un tetto salariale più alto degli anni precedenti, ma in questo momento ci troviamo in una situazione di difficoltà: la società ha 75 contratti in essere, di cui circa 60 non sono funzionali al nostro progetto. Si parte da una situazione dove è necessario snellire. Ma non mi è stato chiesto di lavorare in autofinanziamento, non mi hanno richiesto plusvalenze. Sarà un lavoro difficile, i primi acquisti li faremo dopo il 10 agosto – ha precisato – la squadra sarà sicuramente divertente, competitiva però garantire oggi un risultato sportivo immediato non sarebbe corretto».

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MONTELLA – «Ho visto Montella carico, motivato, con voglia, dentro al nostro programma. Poi Vincenzo lo conosco bene, so tutto di lui». Lo ha detto Daniele Pradè rispondendo ad una domanda sulla voglia di riscatto del tecnico della Fiorentina. Il ds viola ha detto infine di voler costruire una squadra in grado di giocare con il 4-3-3. Quindi la rivelazione: «Inizio con un grazie, è un sentimento che voglio trasmettere. Sarò trasparente e leale su ogni tipo di situazione. Mi piace mantenere le promesse – ha detto ricordando la sua prima avventura in viola, iniziata nel 2012 -. Quando sono andato via dalla Fiorentina mi ha chiamato tutta la squadra, una delle prime telefonate è stata di Astori: lo avevo portato alla Fiorentina, mi ha ringraziato. Gli ho promesso: Davide stai sereno, un giorno ritorneremo insieme. Ecco quel giorno è oggi. Grazie a Joe – ha continuato – e al presidente Commisso che appena mi ha visto mi ha scelto. Voglio iniziare un percorso lungo, insieme anche ad Antognoni e Montella. Il grazie è anche a questa città – ha concluso -. E anche da parte della mia famiglia, che è contenta di tornare a vivere a Firenze, una delle più belle città del mondo». Quindi il riferimento a Mammana, difensore non preso che provocò la prima frattura fra la tifoseria e i Della Valle e al centravanti bulgaro, Berbatov, che cambiò aereo per non venire a Firenze. Storie passate. Che, parola di Pradè, non si ripeteranno.

Sandro Bennucci

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