L’assassino di Leo avrebbe dovuto essere in carcere, disfunzione degli uffici giudiziari

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La sentenza che aveva condannato Said Mechaquat, 27 anni, marocchino, reo confesso dell’assassinio di Stefano Leo era diventata definitiva a metà del 2018. Come racconta La Stampa l’uomo avrebbe dovuto essere in carcere a scontare la condanna a un anno e sei mesi per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate decisa dalla quinta sezione Penale del Tribunale il 20 giugno 2016. La Procura di Torino non ha ricevuto la comunicazione dalla Corte d’Appello di quanto avvenuto. La comunicazione sarebbe dovuta giungere dagli uffici di Cancelleria della Corte d’Appello ma non è mai arrivata. Da qui la sentenza non è mai stata eseguita. Pochi mesi dopo Said ha ucciso Stefano Leo ai Murazzi. Era lo scorso 23 febbraio. Un fatto incredibile forse dettato – si apprende a Palagiustizia – dalla carenza di personale amministrativo. Il Palagiustizia, ovvero gli ambienti della magistratura, sempre pronti a difendere i giudici e a scaricare sugli uffici amministrativi.

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