Luca Casarini: il disobbediente, dall’assalto ai treni al salvataggio dei migranti

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Dopo un lungo periodo di silenzio, riappare sulla scena nazionale, e della contestazione, un personaggio notissimo fin dai tempi del G8 di Genova, durante il quale fu uno dei protagonisti della contestazione. Parliamo di Luca Casarini, che per molti anni ha riempito le cronache nazionali delle sue imprese di contestazione al sistema, affrontando, senza uso delle armi, le Forze dell’ordine in moltissime manifestazioni di protesta.

Luca Casarini, adesso convertito alla difesa dei migranti, ha iniziato la sua carriera di contestatore frequentando gli ambienti antagonisti di sinistra negli anni 1980, prima presso il centro sociale Pedro di Padova, quindi al Rivolta di Porto Marghera. La vicenda che gli ha conferito maggiore notorietà, sia sul campo che nel rapporto con i mezzi di informazione nazionali, è senz’altro la contestazione del G8 di Genova. Fece scalpore, in particolare, la sua dichiarazione di guerra ai leader mondiali nei giorni che precedettero il vertice.

È stato leader del movimento dei Disobbedienti, e in questa veste ha guidato moltissime contestazioni, soprattutto in Veneto e a Roma, nei confronti delle agenzie di lavoro interinale, i centri di permanenza temporanea, la Costituzione Europea, la guerra in Afghanistan e in Iraq, numerosi vertici internazionali, i Treni ad Alta Velocità, la costruzione della nuova base USA a Vicenza. In questo quadro, il 27 febbraio del 2003, insieme a una cinquantina di manifestanti, bloccò per ore la circolazione ferroviaria sulla Firenze-Bologna, sedendosi sui binari alla stazione di Pianoro, ritenuto uno dei possibili punti di passaggio dei treni con mezzi Usa. Le stesse azioni le aveva condotte e guidate, insieme a gruppi di disobbedienti, anche negli anni precedenti. Le definivano azioni di train-stopping, a Monselice e in altre stazioni del padovano, contro i convogli Usa che da Vicenza portavano armi e attrezzature alla base americana di Camp Derby presso Pisa.

Poi si è messo in politica e nel marzo 2014 si è candidato al Parlamento Europeo nella lista L’Altra Europa con Tsipras nella Circoscrizione Italia centrale. Non è stato eletto ma ha racimolato oltre 11.000 voti. Per questo Niki Vendola gli aprì le porte di Sinistra Ecologia Libertà, facendolo partecipare al processo costituente di Sinistra Italiana. Casarini ha anche indossato la fascia tricolore per benedire, a Pantelleria, le nozze civili di Nina Negri, un cognome importante negli ambienti di quella che un tempo era l’ultrasinistra. Nina è infatti figlia di Toni Negri, il professore padovano fondatore di Potere Operaio e leader di Autonomia Operaia, arrestato nel blitz del 7 Aprile 1979.

Adesso, dopo un periodo abbastanza tranquillo a Palermo, dove si è trasferito con la famiglia, il cinquantaduenne veneto riappare sulla plancia della nave Mare Ionio, l’imbarcazione che ha dato soccorso ai cinquanta migranti a largo della Libia, in qualità di capomissione di Mediterranea Saving Human. Lo scorso anno infatti dalle guerriglie in piazza era passato alle missioni umanitarie. Per procurare soldi, aveva avviato una raccolta fondi che ha permesso di raccogliere oltre 150.000 euro. Denaro che, attraverso la ong Mediterranea Saving Humans, ha consentito di attrezzare un vecchio rimorchiatore di quasi 50 anni, battezzato Mare Ionio, facendone una nave salva-migranti. L’imbarcazione è partita tre giorni fa da Palermo a caccia di migranti da «salvare» al largo della Libia e da riportare direttamente in Italia, in spregio alla linea del governo gialloverde, intervenendo nella zona di mare di competenza dei libici. Tutto per creare disagi al Governo, come faceva vent’anni fa’ nelle strade e nelle piazze o stazioni ferroviarie delle città soprattutto venete. Adesso ha cambiato terreno di battaglia, dalla terra è passato all’acqua, ma lo spirito e le finalità sono sempre le stesse. In passato non è stato condannato quasi mai dalla magistratura, anche se le azioni da lui organizzate hanno causato danni e disagi alla collettività, e crediamo che neppure questa volta la magistratura siciliana, nonostante le premure di Salvini (a nostro avviso controproducenti) adotterà provvedimenti nei suoi confronti, visto che è sempre stato particolarmente abile a non farsi cogliere con le mani nel sacco

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