Partite Iva, i dati del quarto trimestre 2018

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AGIPRESS – Nel quarto trimestre del 2018 sono state aperte 103.720 nuove partite Iva ed in confronto al corrispondente periodo dell’anno precedente si registra una leggera flessione (-0,4%). La distribuzione per natura giuridica mostra che il 63,7% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 29,4% da società di capitali, il 5,2% da società di persone; la quota dei “non residenti” ed “altre forme giuridiche” rappresenta complessivamente circa l’1,8% del totale delle nuove aperture. Rispetto al quarto trimestre del 2017, il calo ha coinvolto tutte le principali figure giuridiche: le persone fisiche (-0,2%), le società di capitali (-2,2%), e le società di persone (-4,4%); da segnalare il considerevole aumento di aperture da parte di soggetti non residenti, concentrate in particolare nell’attività di commercio elettronico. Sono questi i dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze sui dati del quarto trimestre 2018 relativo alle partite iva.

In base alla classificazione per settore produttivo, il commercio, come di consueto, registra il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 23,2% del totale, seguito dalle attività professionali (11,7%) e dall’agricoltura (11,3%). Rispetto al quarto trimestre del 2017, tra i settori principali i maggiori aumenti si notano nella sanità (+9,3%), nelle attività finanziarie (+4,7%) e in quelle immobiliari ed artistiche (entrambe +3,3%). Le flessioni più significative, invece, riguardano le attività manifatturiere (-6,2%), i servizi alle imprese (-3%) e l’alloggio e ristorazione (-2,9%). Relativamente alle persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità, con le aperture operate da maschi che rappresentano circa al 63% del totale. Il 45,2% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 33,3% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Rispetto al corrispondente periodo del 2017, l’incremento maggiore si rileva nella classe più giovane (+4,5%), mentre nelle altre fasce di età si assiste ad una riduzione, in particolare per la classe di età più anziana (-8,8%).

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