Gilet gialli francesi: Di Maio bocciato. Figuraccia internazionale. L’Eliseo: «L’interlocutore è Conte»

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Voleva ingraziarsi i Gilet gialli francesi, e forse pensava addirittura di rifilare loro, in affitto, la piattaforma Rousseau. Invece Luigi Di Maio ha fatto una pessima figura internazionale. Considerata un’ingerenza illegittima.Bollata con queste parole: «Una proposta inattesa, sconveniente, addirittura un’ingerenza negli affari interni della Francia». I Gilet gialli – o almeno la loro area più moderata che ora pensa di strutturarsi in un partito – respingono la mano tesa di Luigi Di Maio e rispediscono al mittente la proposta di collaborazione del leader pentastellato, che nel suo appoggio alla protesta aveva offerto loro anche la piattaforma Rousseau. Con l’obiettivo di cooptarli come possibile alleato a livello europeo.

«Quella del vostro vicepremier è un’ingerenza negli affari interni del nostro Paese», è la bocciatura che arriva da Jacline Mouraud, la pasionaria ex portavoce della cosiddetta ala moderata, che ora lavora al suo progetto di partito politico smarcato da quelli tradizionali, Les Emergents. «Davvero – dice – mi domando come sia possibile che un ministro italiano abbia bisogno di schierarsi contro il
presidente di un Paese vicino».

Dall’Eliseo, intanto, scelgono di snobbare l’endorsement del leader M5s ai rivoltosi: «Non vale la pena rilasciare dichiarazioni e d’altra parte l’interlocutore naturale del presidente della Repubblica è il premier Giuseppe Conte», è il commento velenoso che lasciano filtrare dagli ambienti vicini a Macron. Derubricando a uno slogan a fini elettorali interni la sortita del capo 5stelle. Una lettura, quella che guarda al voto europeo di maggio, che peraltro sembra essere sposata dallo stesso premier Conte: «Certamente – dice, ospite a Porta a Porta – in Di Maio c’è interesse fuori dalle famiglie europee tradizionali, ma sui Gilet gialli parla da leader del M5s più che come vicepremier».

Emmanuel Macron, che sulla vicenda delle proteste di piazza e sui commenti italiani incassa anche il sostegno della Commissione europea, sceglie dunque il silenzio e lascia che si smorzi una polemica che aveva tutti i crismi per diventare un nuovo caso diplomatico in piena regola tra Parigi e Roma. Una strategia seguita anche di fronte ai più recenti attacchi del vicepremier leghista Matteo Salvini. Un modo, nella lettura di molti osservatori, per sminuire il peso degli avversari alle europee. A rispondere in maniera diretta, il presidente francese ha lasciato che fossero eventualmente i propri ministri e ancora una volta è stata la titolare degli Affari europei Nathalie Loiseau a incaricarsi di rintuzzare Di Maio, chiedendo a Roma rispetto. «La priorità del governo italiano – ha ribadito – sia occuparsi del benessere degli italiani. Non penso che occuparsi dei gilet gialli abbia a che fare con questo». Della vicenda, Loiseau ha discusso brevemente anche a quattr’occhi con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, a margine di un incontro a Bruxelles.
Da parte sua, il leader politico dei 5stelle – che la stessa Loiseau aveva invitato lunedì a fare pulizia in casa propria, insieme a Salvini – è tornato a ribattere con un post su Facebook: «In Francia – ha attaccato Di Maio – si dimenticano di quando Macron, parlando del nostro governo, ci aveva paragonato alla lebbra». Schermaglie che sembrano far toccare un nuovo minimo ai rapporti già tesi tra Francia e Italia e che aprono un nuovo fronte di frizioni dopo quelli sull’immigrazione e sulla realizzazione della Tav. Ma anche, da ultimo, sull’acquisizione di Stx da parte di Fincantieri, appena finita sotto il riflettore della Commissione Ue dietro richiesta di Francia e Germania. Anche se Parigi assicura che il caso in questione non è una ritorsione politica.

Ernesto Giusti

 

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