Manovra, editoria: il governo condanna l’informazione. No in extremis a odg del Pd

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Governo confuso: prima voleva tassare il volontariato, poi ha fatto retromarcia. Stavolta sembrava volesse rivedere i tagli all’editoria, ma l’ordine del giorno del Pd è stato bocciato. Perchè il dietrofront? Semplice: il viceministro all’economia, Massimo Garavaglia, si era sbagliato. Possibile tanto pressapochismo? Possibilissimo in un governo che, ogni giorno, dà prova d’improvvisazione se non proprio di dilettantismo.

Che cosa è successo in sostanza? Il governo dà parere contrario sull’ordine del giorno del Pd alla manovra che lo avrebbe impegnato, se approvato dall’Aula, a valutare gli effetti dell’applicazione delle norme sull’editoria contenute nella manovra ed eventualmente ristabilire le precedenti condizioni per tutelare la libertà di stampa ed evitare di colpire il pluralismo dell’informazione. Inizialmente il parere sull’atto di indirizzo, che è poi stato respinto dall’Aula con i voti della maggioranza era favorevole. Tuttavia, quando si è arrivati
al momento del voto il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia ha detto di essersi sbagliato, e quindi, ha reso parere contrario.

Ernesto Giusti

 

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