Ncc, protesta a Roma: bruciato il manichino di Di Maio, definito «schiavo dei tassisti»

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Pochi giorni fa avevano bruciato la bandiera dei 5 stelle. Oggi, 27 dicembre, diverse centinaia di lavoratori Ncc provenienti da tutta Italia, hanno bruciato il manichino del vicepremier pentastellato, Luigi Di Maio. La protesta, in un sit-in in piazza della Repubblica, a Roma, contro il decreto legge, approvato dal Consiglio dei ministri, che disciplina i noleggi con conducente. I sindacati delle categoria hanno anche spiegato che nel pomeriggio una delegazione sarà al Quirinale per chiedere a Mattarella di non firmare il decreto e per spiegare le proprie ragioni.

In piazza molti manifestanti sventolano bandiere tricolore e intonano slogan contro il governo: «Se non ci ascolteranno bloccheremo il Paese», dicono. Secondo il decreto, che riguarda disposizioni urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea, gli Ncc potranno operare in ambito provinciale senza dover più tornare in rimessa ma solo a patto di avere già nel foglio di servizio più prenotazioni oltre alla prima. Resta inoltre bloccato il rilascio di nuove autorizzazioni in attesa del nuovo archivio informatico pubblico nazionale per la registrazione di tutte le licenze, anche dei taxi.

«Di Maio schiavo dei tassisti». È la scritta sul cartello esposto su un manichino che rappresenta il vicepremier Luigi Di Maio con il cappio al collo, mostrato tra i cori contro il governo alla manifestazione degli Ncc a Roma. Il manichino, esposto in piazza della Repubblica, dove è in corso il sit-in, è stato poi dato alle fiamme. «Di Maio vieni qui», hanno urlato i manifestanti.

Ernesto Giusti

 

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