Pensioni: Boeri, i conti del Governo non tornano, lo spread riduce gli assegni

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Il presidente Inps non perde occasione per contestare le misure del Governo, tanto ormai il suo incarico durerà fino a febbraio. Sulle pensioni, ed in particolare l’uscita con 62 anni di età e 38 di contributi, i conti del governo non tornano. Lo ha ribadito il presidente dell’Inps Tito Boeri, nel corso di un incontro dedicato al progetto estratto conto con il quale i dipendenti pubblici potranno conoscere l’importo della propria futura pensione. Boeri non ha fornito una stima sui costi delle misure previste, rilevando che non è possibile farlo con precisione finché non saranno specificati i dettagli delle misure. A suo avviso però non è realistica la previsione fatta dal governo di una maggior spesa sostanzialmente costante negli anni, attraverso un fondo con 6,7 miliardi nel 2019 destinati a diventare poi 7 nei successivi; le uscite previdenziali innescate dalla cosiddetta quota 100 sarebbero comunque destinate a crescere nel tempo.

Boeri ha poi rilevato come gli annunci di politica economica del governo, prima ancora che si concretizzino misure effettive, abbia già prodotto con l’aumento dello spread una riduzione degli assegni di chi lascerà il lavoro in futuro. Questa decurtazione passa per due canali: la riduzione del valore dei fondi pensione integrativi (che investono anche in titoli di Stato) e la riduzione della crescita, che a sua volta penalizza i redditi. Infine Boeri a proposito del reddito di cittadinanza ha espresso la propria preferenza per il Rei, il reddito di inclusione avviato dai precedenti governi, che può già contare per il proprio funzionamento su una struttura sperimentata.

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