Le Città metropolitane a corto di risorse. Il Sole 24 Ore oggi in edicola pubblica il dato sugli investimenti a livello nazionale, ridotti dal 2010. A Firenze la differenza fra il saldo chiesto dalla manovra del governo e quello effettivo è di -21,3 milioni. Tra le città metropolitane (ovvero l’ente che ha sostituito le Province con la promessa di rappresentare il cuore strategico nella gestione dello sviluppo delle aree urbane), quella fiorentina è al sesto posto, dietro Roma (sforamento di 101 milioni), Napoli, Torino, Milano e Venezia.
Per quanto riguarda gli investimenti Firenze ha speso 12,7 milioni nel 2015, contro i 49 milioni del 2010. A livello nazionale, nel 2015, gli investimenti sono stati ridotti a quota 273 milioni, -53% rispetto al 2010.
«Per decollare davvero le Città metropolitane devono diventare più snelle e concentrate sulla pianificazione strategica, dall’urbanistica ai servizi e all’innovazione, e alleggerirsi delle funzioni esecutive che possono essere lasciate ai Comuni». Sono le parole del sindaco di Firenze (e coordinatore delle Città metropolitane dell’Anci), Dario Nardella (nella foto): «Per dare stabilità – continua – sono fondamentali due passaggi. Il primo è la riforma costituzionale, che cancella definitivamente le Province e sancisce la discontinuità fra i vecchi enti e le Città metropolitane, perché va ricordato che se non passa il referendum ci teniamo le Province. E poi occorre definire con il governo un’agenda nazionale per lo sviluppo delle grandi aree urbane, partendo dagli esempi positivi che già ci sono e che rappresentano un inizio, per esempio il piano da 500 milioni sulle periferie e al progetto per la banda larga».
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