Italia e Ue ai ferri corti. Altro attacco strumentale di Moscovici, Italia xenofoba

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Il governo italiano conferma l’apertura a rivedere il rapporto deficit-pil prevedendo una discesa graduale dal 2,4% dal 2020 e 2021. Un buon segnale, prende atto il commissario Moscovici, che tuttavia richiama l’Italia alle regole europee che, sottolinea, la commissione farà rispettare per evitare rischi sul deficit strutturale. In ogni caso, dice il commissario, sarebbe assurda una crisi tra Roma e Bruxelles.

Poi però è partito il nuovo affondo del commissario europeo sull’atteggiamento del governo italiano nei confronti dei migranti: come gli ungheresi «anche gli italiani hanno optato per un governo decisamente euroscettico e xenofobo che, sulle questioni migratorie e di bilancio, sta cercando di sbarazzarsi degli obblighi europei», secondo quanto si legge nel testo, diffuso alla stampa, del suo intervento ad una conferenza presso la sede di Parigi dell’Ocse.

Moscovici, commentando, le parole di Luigi di Maio sulle dichiarazioni dei commissari Ue, ha affermato che «la Commissione europea ha un ruolo istituzionale, iscritto nei trattati, che applica e che fa in modo assolutamente tecnico. Ci guardiamo bene dal fare ingerenze nella politica interna, non lo facciamo e non lo faremo, siamo semplicemente i guardiani dei trattati. Bisogna capirlo, dobbiamo essere rispettati come tali, né più né meno. Per il resto, senza essere medico, ho sempre saputo che è la febbre ad avere effetti, non certo il termometro».

In Europa «abbiamo delle regole abbastanza precise, che non sono stupide e dicono che il deficit nominale deve essere contenuto, sotto al 3% e che il deficit strutturale deve migliorare. Con il 2,4% – dice il commissario Ue Moscovici – c’è un rischio, è possibile che il deficit strutturale non sia nella traiettoria fissata dal patto di stabilità e crescita».

Ma successivamente alza il tiro contro Salvini e le forze di destra europee: «L’Europa è a un bivio: se non facciamo niente, gli Orban, i Salvini, i Kaczyinski, i Le Pen disegneranno un’Europa dove la giustizia e la stampa saranno sotto controllo, gli stranieri stigmatizzati, le minoranze minacciate. Populisti per gli uni, nazionalisti per gli altri, tutti questi leader di estrema destra sono per me i nemici delle democrazie aperte e liberali che abbiamo costruito dal 1945 per garantire la pace». Una visione apocalittica basata solo sulla sua concezione politica di parte.

Quanto ai problemi di budget, il commissario europeo, francese, fedele seguace di Macron, dimentica però che anche altri Paesi, per esempio proprio la sua Francia, ma anche la stessa Italia di Renzi, nel presente e nel passato hanno superato quel limite che adesso gli eurocrati ritengono pericoloso solo per il nostro Paese, strumentalmente e per ragioni politiche. E l’ultima uscita del Commissario conferma chiaramente questa tesi.

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