Lavoro e fabbisogni formativi nel Turismo

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Affrontare lo studio della consistenza e degli effetti occupazionali di un settore richiede sempre attenzione e un certo numero di valutazioni. Applicare al mondo del turismo tale studio assume connotati ancora più complessi, per i quali occorre approfondire alcuni principi.

Prima di tutto occorre definire i confini: il turismo non è un vero e proprio settore ma, nel rispetto della sua definizione, riguarda i rapporti che nascono dallo spostamento di un visitatore in un territorio dove non risiede abitualmente. Tali rapporti sono tra il visitatore e un insieme di soggetti alle quali ci si riferisce come “ecosistema turistico”. Oltre ai comparti che ne fanno strutturalmente parte, fornendo i servizi classici ed essenziali quali ospitalità, ristorazione e intermediazione, altri settori sono strettamente toccati dalla “attività turistica”, come ad esempio i trasporti, il credito, il commercio.

Altri settori, invece, sono dei grossi motori del sistema, “innescando” lo spostamento di milioni di turisti. Tra loro possiamo ricordare quello della convegnistica, gli eventi sportivi e di spettacolo, i beni culturali… l’elencazione e l’articolazione è ampia, ma il concetto è chiaro.

La filiera del prodotto turistico è complessa, articolata e sovrapposta. Complessa perché sono molteplici i servizi che vi convergono, sia in forma diretta sia in forma indiretta.

Articolata perché tali servizi non sempre fanno parte del prodotto o possono farne parte in maniera differente: un servizio di accesso ad un museo non è utilizzato da tutti i visitatori di un territorio, oppure per uno stesso spostamento possono essere utilizzati diversi mezzi alternativamente o in maniera complementare. Sovrapposta, perché nello stesso momento diversi soggetti visitatori possono utilizzare molti e differenti servizi tra quelli a disposizione.

Secondo punto al quale prestare attenzione è la dimensione delle imprese coinvolte e la loro variabilità: dalle grandi multinazionali alberghiere al gestore di b&b con una sola camera, dallo street food alle catene di ristorazione, dalla cooperativa di incoming al tour operator internazionale. La parcellizzazione, che si traduce in attività di piccole dimensioni, spesso a carattere familiare, società di persone o ditte individuali che si avvalgono della prestazione di lavoro di parenti stretti, richiede una serie di attente valutazioni nella determinazione del numero effettivo di lavoratori.

Altro elemento di aleatorietà nella determinazione del numero di addetti, in risposta alle esigenze di elasticità ma non solo, è il ricorso a imprese esterne per la copertura di alcuni servizi, primariamente nel settore alberghiero.

Terzo elemento di difficoltà, più marcato che in altri ambiti, è la stagionalità che vede la domanda concentrata in pochi mesi all’anno e l’offerta conseguentemente adeguarsi.

Lo studio condotto dal Centro Studi Turistici fa riferimento essenzialmente alle attività direttamente turistiche, al centro del sistema, includendo tutto il comparto Horeca e l’intermediazione.

Rapporto lavoro v290118 completo con regioni _

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