Fiorentina vince ancora: 1-0 all’Udinese. Gran gol di Benassi. Pagelle

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Vince ancora, la Fiorentina. Due successi consecutivi in avvio di campionato. Non succedeva dalla stagione 2013-2014, quella di Mario Gomez e Pepito Rossi. Stavolta è Marco Benassi il goleador: ne ha fatti tre in due partite. E’ stata una vittoria sofferta e fortemente voluta. Contro un’Udinese che ha fatto ostruzionismo e falli per tutta la partita. Tollerata da un arbitro, Giua di Olbia, del tutto insufficiente, che ha ammonito tre giocatori viola e un solo bianconero. Ecco la pecca dell’Udinese: non ha giocato, ha badato solo a difendersi e a fare ostruzionismo e alla fine ha pagato un tattica sparagnina e inconcludente. Che non fa onore al suo allenatore nuovo, Velazquez, disegnato come un profeta di calcio nuovo. Ma dai: è un catenacciaro. Detto questo, aggiungo che la Fiorentina ha messo in campo tutto quel che aveva. Soprattutto una grande forza di volontà. Ha lottato su ogni pallone, cercando il gol a ogni costo. L’ha trovato un po’ prima della mezz’ora della ripresa grazie a una gran giocata di Chiesa che ha messo Benassi in condizione di avanzare e di sparare un missile imprendibile per il portierino Scuffet. Eccoli, Chiesa e Benassi, osservati speciali dal ct, Roberto Mancini, che li ha chiamati a Coverciano in vista delle due partite con la Polonia (venerdì) e in Portogallo (lunedì 10). Certo, ho visto una Fiorentina che ha fatto più fatica rispetto allo scoppiettante 6-1 con il Chievo, ma era prevedibile. Pioli lo sapeva e aveva dato indicazioni precise: tenere il pallone. Quelli dell’Udinese sono stati sempre pronti a raddoppiare e triplicare la marcatura. Ne sa qualcosa Chiesa. Che però li ha castigati con il suo colpo di genio capace di mettere in condizione Benassi di andare in gol. Tutto liscio? No, brivido sulla schiena dei tifosi a inizio ripresa, quando Lafont è rimasto negli spogliatoi per un risentimento muscolare. Al suo osto Dragowski, che si portava addosso gli errori del campionato scorso. Ma che alla fine se l’è cavata. Poi, nel convulso finale, Vitor Hugo, bravissimo anche oggi, ha preso un colpo, sanguinando dal naso e dalla bocca. E’ mancato nel recupero, quando l’Udinese ha provato a trovare il pareggio. Vittoria sofferta, dunque, ma assai meritata. Che consente alla Fiorentina di arrivare alla sosta con 6 punti e di andare a Napoli, alla ripresa del campionato, a tentare di fare il risultatone.

Kurt Hamrin con Antognoni e Andrea Della Valle

HAMRIN – Ribolle di entusiasmo, il Franchi, per il momento tutto unito. Soltanto alla fine ci sarà un breve coro contro i Della Valle. La curva Fiesole ha avuto comunque un merito: ha fatto la scorta d’onore alla squadra, con le motociclette, dall’albergo di Porta a Prato fino allo stadio. In tribuna Andrea Della Valle c’è. Con lui un grande ex: Kurt Hamrin, secondo cannoniere viola di tutti i tempi con un solo gol in meno di Batistuta. Uno striscione della Fiesole saluta il vecchio Kurt, 84 anni ma ancora saldamente nel cuore dei tifosi. Non manca Roberto Mancini, il ct, con il fido Lele Oriali.otto osservazione i tre viola convocati in Nazionale: Chiesa, Benassi e Biraghi. Pioli conferma la squadra largamente vittoriosa sul Chievo.Consapevole che, visto l’avversario, bisognerà suonare altra musica con lo stesso spartito. L’Udinese è tonica: viene ha 4 punti e tanta voglia di continuare. L’allenatore Velazquez schiera una squadra a testuggine: chiusa ma pronta a mettere la testa fuori. Significa che quando un viola ha il pallone, gli vanno addosso almeno in tre. Pronti a ripartire. Ma la Fiorentina comincia a macinare gioco: in tre minuti il portierino friulano Scuffet deve intervenire un paio di volte. Edimilson e Gerson sono in cattedra a metà campo anche se sbagliano appoggio elementare che facilita le ripartenze dei bianconeri. Per il resto arroccati nella loro metà campo, chiusi e attenti. Quindi scatta il tredicesimo: con l’ovazione per Davide Astori,

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ARBITRO – Primi fischi per l’arbitro. Direi giustificati: Giua, alla terza direzione in serie A, lascia correre troppo. Vuole fare l signorino all’inglese, con i cartellini in tasca, ma ci sono calcioni e sgambetti che non possono essere tollerati. Al 21′ Chiesa conquista un pallone nella tre quarti viola, lo difende con forza da calci e spintoni fino al limite dell’area avversaria. L’arbitro finalmente interviene. Punizione. Batte Eysseric: pallone a tre centimetri dal palo destro di Scuffet. Poi è Biraghi a mangiarsi un pallone invitante in area. E’ il 27′: palla alle stelle. L’Udinese continua ad arroccarsi, l’ex Behrami e De Paul portano qualità. I difensori sono pronti a chiudere: su Chiesa c’è marcatura doppia o addirittura tripla. Mai una sola maglia bianconera su Federico. Edimilson e Gerson fanno più fatica rispetto al match con il Chievo. Del resto era prevedibile un’Udinese chiusa e organizzata per la lotta. Beh, l’allenatorino Velazquez non ha portato idee poi tanto nuove: il suo schema se non è proprio catenaccio puro poco ci manca. Per intendersi: tutti nella propria metà campo e pronti ad avventarsi sul viola portatore di palla. Al 44′ Gerson prova a sbloccarla con un tiro da 30 metri: palla fuori. E quando Giua comanda la fine del primo tempo si prende una salve di fischi. Non ha dato nemmeno un minuto di recupero. E in effetti è stato troppo tollerante con una squadra, l’Udinese, bloccata e fallosa.

DRAGOWSKI – Sorpresona in avvio di ripresa: problema muscolare per Lafont. Entra Dragowski. Tifosi viola impauriti: l’ultima apparizione del portierino polacco, ultima giornata del campionato scorso, coincise con la sconfitta per 5-1 contro il Milan a San Siro. L’Udinese ricomincia con ostruzionismo e falli. Giua sembra non avere in tasca i cartellini. Perchè non estrae almeno un giallino per Behrami: che picchia e protesta. Gol vicino all’8′: angolo di Biraghi, sprizza Gerson di testa, Pezzella ha la porta spalancata ma non ci arriva per un pelo. Il Franchi si scalda. La Fiorentina risponde e preme. Ma non trova la breccia. Al 13′ Simeone si trova un ottimo pallone in area ma la sua conclusione è un passaggino a Scuffet.

Marco Benassi: tre gol in due partite.

BENASSI – Al 15′ la prima ammonizione. Per Gerson. Ci stava e non ci stava, soprattutto visto il metro di giudizio tenuto dall’insufficiente Giua fino a questo momento. Cambio nell’Udinese: fuori Pussetto e dentro Teodorczyk. Pioli risponde togliendo Eysseric, volenteroso ma con evidenti limiti, e inserendo Pjaca. Che ci prova subito: mettendo Biraghi in condizione di tirare da ottima posizione. Ma il suo piede non è felice. L’Udinese si barrica e perde tempo. Samir si butta in terra per l’ennesima volta. Fa la scena. Giua tollera. Lo stadio brontola. Ma finalmente arriva il gol: azione portata avanti da Chiesa che, con grande intelligenza, si attira addosso i soliti tre mastini. Li beffa con un’apertura a destra per Benassi. Che scatta benissimo, entra in area e fulmina con una rasoiata Scuffet. Grande giocata. E gran gol. L’allenatore Velazquez appare sconsolato: il suo fortilizio è crollato. Il pubblico rimbrotta Behrami, più pronto a ciarlare che a giocare. L’allenatore s’accorge delle difficoltà del suo giocatore e lo toglie. Behrami esce fra i fischi. Entra D’Alessandro.

BATTICUORE – Al 35′ Dragowski blocca il suo primo pallone in presa a terra. Sospiro di sollievo del pubblico. Pioli si preoccupa di proteggere la difesa: fuori Gerson e dentro Dabo. Ora è la Fiorentina che cerca di bloccare gli avversari e di ripartire. Al 41′ l’arbitro vede un mani viola a tre quarti. Punizione di De Paul. Respinta. Ne scaturiscono tre angolo consecutivi per l’Udinese. Che cambia ancora: fuori il difensore Nuytinck e dentro una punta, Vizeu. Dragowski si esibisce in un’uscita con i pugni. Al 44′ Pjaca mette Chiesa in condizione di tirare: Scuffet respinge in tuffo. E’ il 90′. Quattro minuti di recupero. La Fiorentina cerca di non farsi schiacciare. Chiesa scappa via e fa respirare la squadra. Dabo, ottimo pallone, si fa murare. Vitor Hugo sanguina dal labbro e dal naso. Fiorentina in dieci negli ultimi, febbrili istanti di partita. Lo tamponano. Rientra. Si gioca. Siamo 45” oltre il recupero. Giua finalmente fischia. La Fiorentina vince per la seconda volta consecutiva. Sei punti in due partite. Alla ripresa del campionato trasferta a Napoli: per fare il gran colpo.

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Sandro Bennucci

 

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