Pensioni, si studia quota 100. Il primo anno costa 4mld, la legge di bilancio sale a 26-27 mld

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La riforma delle legge Fornero sarà nel menu della prossima manovra. Se reddito di cittadinanza e flat tax, per essere compatibili con i conti, potranno muovere solo i primi passi, governo e maggioranza sono al lavoro per mettere a punto i dettagli di un”altro dei cavalli di battaglia sia della Lega sia del Movimento 5 Stelle. E la misura, che dovrebbe costare attorno ai 4 miliardi, sarà inserita nella prossima legge di Bilancio che salirebbe così a circa 26-27 miliardi, in linea, si osserva nella maggioranza, con il peso delle manovre degli ultimi anni dei governi a guida Pd.
A spingere per un segnale entro l’anno era stato nelle scorse settimane il leader della Lega, Matteo Salvini, cui aveva fatto eco, assicurando che l’esecutivo stava elaborando la misura, lo stesso vicepremier Luigi Di Maio. Il leader M5S ha confermato ora anche l’arrivo a settembre della proposta per tagliare le pensioni d’oro. «Una scelta simbolica, un atto di giustizia e di equità», come ha sottolineato il sottosegretario Claudio Cominardi, che dovrebbe portare, però, risparmi per meno di 200 milioni da indirizzare verso le pensioni minime. Un’equità sui generis perché toglie a chi ha versato contributi e tasse pesanti e dà a chi non ne ha versate o non ne ha versate a sufficienza.
Il provvedimento, che dovrebbe essere calendarizzato a settembre, viaggerà quindi in parallelo alla legge di Bilancio che conterrà invece quota 100. Ancora da stabilire, sempre guardando ai vincoli dei conti, se si farà anche quota 41, cioè la possibilità di andare lasciare il lavoro a qualsiasi età avendo versato contributi per 41 anni e mezzo. L’asticella dell’età per quota 100 dovrebbe invece essere fissata a 64 anni e l’altro paletto per limitare la platea sarà quello dei contributi figurativi, che potranno essere conteggiati con dei limiti (si è ipotizzato per massimo 2 anni).
Con la legge di Bilancio il governo sta valutando anche di fare un passo ulteriore per spingere gli investimenti degli enti locali, liberando circa un altro miliardo, dopo lo sblocco di oltre 2 miliardi di avanzi di amministrazione di Comuni e Regioni in arrivo con il decreto Milleproroghe. «Si ritorna a sistemare scuole, strade e infrastrutture», ha spiegato il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, o si ritorna a incentivare sprechi di enti locali per opere di valenza soltanto elettorlistica, aggiungiamo noi.
Il rilancio degli investimenti, peraltro, è uno dei pallini del ministro Giovanni Tria, che a metà settimana dovrebbe fare un altro punto con il premier Giuseppe Conte e con gli altri ministri economici prima della pausa estiva. Sul tavolo anche il nodo dell’Iva: per evitare gli aumenti vanno trovati 12,4 miliardi e nei giorni scorsi sono circolate ipotesi di aumenti selettivi per recuperare risorse ma i due vicepremier hanno ribadito la chiara volontà politica di evitare aumenti di tasse.

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