In pensione con 5 anni di contributi. Le regole del 1992 di Giuliano Amato

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Mentre Boeri e Di Maio imperversano in tema di pensioni con proposte strampalate e decisamente incostituzionali, nessuno si ricorda che esiste la possibilità di andare in pensione con pochi anni di contributi grazie al D.lgs 503/1992, ancora in vigore, approvato dal governo di Giuliano Amato. Proprio quel politico che, da giudice costituzionale, ha poi affossato i legittimi ricorsi dei pensionati turlupinati dal Governo Renzi.

Il Dottor Sottile nel 1992 approvò tre deroghe, in base alle quali, in possesso di determinati requisiti, si poteva andare in pensione anche con soli 5 anni di contributi. In barba a tutti i pensionati sacrificati dalla Fornero e dalle sue lacrime asciugate da Monti.

Un documentatissimo articolo pubblicato sul quotidiano online QuiFinanza, ci informa che oggi per avere la pensione di vecchiaia – che dal 1° gennaio non presenta più alcuna distinzione di genere tra donne e uomini – oltre che i 66 anni e 7 mesi di età bisogna avere 20 anni di contributi minimi richiesti dalla legge. Questo lo sapevamo, ma l’interessante viene dopo perché il giornale precisa che ci sono delle deroghe ancora in vigore che permettono ai lavoratori che non hanno raggiunto i 20 anni di contributi di poter comunque chiedere la pensione di vecchiaia a determinate condizioni.

Si tratta delle citate deroghe Amato: grazie a queste eccezioni, valide anche dopo l’entrata in vigore della legge Fornero, è possibile pensionarsi con soli 15 anni di contributi, anziché 20, ovviamente rispettando determinate condizioni. Oppure pensionarsi con soltanto 5 anni di contributi con la pensione di vecchiaia contributiva, ma con requisiti anagrafici molto elevati. A questo regime ha contribuito anche la cd. opzione contributiva Dini, introdotta dalla L. 335/1995.

Boeri e Di Maio tacciono? Soprattutto Boeri che da oltre quattro anni ci angustia e imperversa alla presidenza Inps determinando il rosso profondo del bilancio non ha avuto niente da ridire con le sue saccenti tabelline recitate a memoria davanti a numerose platee?

PENSIONE CON 15 ANNI DI CONTRIBUTI – È possibile ottenere la pensione di vecchiaia con 15 anni di contributi usufruendo di una delle tre deroghe Amato attualmente ancora valide.

La prima deroga Amato permette di accedere alla pensione di vecchiaia soltanto se alla data del 31 dicembre 1992 si è in possesso di 15 anni di contributi, pari a 780 settimane. Sono utili tutti i contributi: volontari, obbligatori, figurativi, da riscatto e ricongiunzione, anche quelli versati all’estero, in Paesi europei o convenzionati con l’Italia. La deroga, in particolare, vale per chi è iscritto: nel Fondo lavoratori dipendenti (Fpld); nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi dell’Inps (es. artigiani e commercianti); nell’ex Inpdap; nell’ex Enpals; nell’ex Ipost.

La seconda deroga Amato prevede la possibilità di pensionarsi con 15 anni di contributi per coloro che sono stati autorizzati al versamento dei contributi volontari in data anteriore al 31 dicembre 1992. In questo caso, basta l’autorizzazione ai versamenti, poiché non è necessario anche il relativo versamento. A differenza della prima deroga Amato, a quest’ultima non possono accedere gli iscritti all’ex Inpdap ed all’ex Ipost.

La terza deroga Amato prevede la possibilità di pensionarsi con 15 anni di contributi, per i soli lavoratori dipendenti, iscritti all’assicurazione generale obbligatoria o ad un fondo sostitutivo o esonerativo della medesima, che possiede i seguenti requisiti: almeno 25 anni di anzianità assicurativa, ossia che il primo versamento contributivo deve essere versato almeno 25 anni prima del pensionamento; 15 anni di contributi; aver lavorato almeno 10 anni lavorati in modo discontinuo, cioè per periodi inferiori alle 52 settimane.

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QUAL È L’ETA’ PENSIONABILE CON LE DEROGHE AMATO – La deroga Amato consente di conseguire la pensione di vecchiaia. Ci si può dunque pensionare con 15 anni di contributi ma bisogna rispettare gli ordinari requisiti che: per l’anno 2018, sono pari a 66 anni e 7 mesi d’eta;
mentre per l’anno 2019, il requisito sale a 67 anni d’età (in seguito il requisito anagrafico dovrebbe aumentare di 3 mesi ogni biennio).

Ma niente paura, se non si hanno alcuni di questi requisiti, amato ha pensato a tutto per favorire che vuole andare in pensione in anticipo. Si prevede anche un pensionamento con soli 5 anni di contributi, ma tale ipotesi non si può certo chiamare baby pensionamento, visto che occorre avger compiuto 70 anni e sei mesi d’età.

PENSIONE CON SOLO 5 ANNI DI CONTRIBUTI – Infine, se non si è in possesso neanche di 15 anni di contributi, con l’impossibilità di accedere a una delle predette deroghe, è possibile pensionarsi con soli 5 anni di contributi (c.d. pensione di vecchiaia contributiva). Per accedervi occorre aver maturato, per l’anno 2018, almeno 70 anni e 7 mesi di età; requisito che sale di 5 mesi a 71 anni dal 2019. In seguito, è previsto un aumento del requisito di età pari a 3 mesi ogni biennio, a seconda dell’andamento degli adeguamenti automatici alla speranza di vita media. Hanno diritto alla pensione di vecchiaia con 5 anni di contributi, o pensione di vecchiaia contributiva, tutti i lavoratori la cui prestazione deve essere calcolata col sistema interamente contributivo: coloro che non possiedono contributi versati prima del 1° gennaio 1996; coloro che possiedono contributi soltanto nella gestione separata o hanno optato per il computo della contribuzione in questa gestione; coloro che hanno optato per il sistema di calcolo contributivo.

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