Si autodefiniscono «i riders della Giustizia, privi di ogni tutela, pur garantendo un servizio essenziale». E chiedono così al ministro del lavoro, che ha annunciato l’approvazione del decreto dignità, di dare priorità assoluta anche a loro con misure concrete di tutela. Sono i magistrati onorari a rivolgersi a Luigi Di Maio, con una lettera inviata da una delle associazioni di categoria che li rappresenta, il Movimento Sei Luglio.
L’urgenza di intervenire, spiegano «è dettata anche dalla risoluzione votata il primo giugno scorso dal Parlamento Europeo per contrastare il lavoro precario in vari settori, compreso quello dei magistrati onorari. L’Italia potrà evitare la condanna solo se riconoscerà ai magistrati onorari tutti i diritti tipici dei lavoratori e la retribuzione indicata dall”art. 36 della nostra Costituzione (proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e sufficiente a garantire un’esistenza libera e dignitosa)».
Il Movimento ricorda anche che «il Governo ha appena disposto la sospensione dei processi penali presso il Tribunale di Bari», una decisione che fa trovare improvvisamente senza reddito i magistrati onorari in servizio nel capoluogo pugliese, visto che «non matureranno il diritto al gettone di presenza riconosciuto solo per l’attività di udienza, pur dovendo continuare a scrivere le sentenze. I magistrati onorari chiedono adesso a Lei se questa è dignità e che cosa sia cambiato rispetto al passato. Sono in corso molte cause di lavoro in cui i magistrati onorari agiscono per la tutela dei diritti già riconosciuti dalla Commissione Europea. Il precedente Governo si era costituito come parte resistente. L’auspicio è che questo Governo confermi il cambiamento annunciato facendo cessare il contenzioso».
