Ammontano a 25 milioni di euro le risorse stanziate dalla Regione Toscana per promuovere la
sicurezza sul lavoro per il quinquennio 2016-20, pari a 3,5 milioni annui. E’ il dato presentato oggi a Firenze nel corso dell’evento organizzato congiuntamente da Federmeccanica, Assistal, Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil per promuovere la cultura della sicurezza e le buone pratiche nei luoghi di lavoro.
Ad intervenire al posto del presidente della Regione Enrico Rossi, trattenuto da impegni istituzionali, spiega una nota, è stato Renzo Berti, responsabile del progetto Prato lavoro sicuro’, nato dopo il rogo di Teresa Moda. «Siamo una delle Regioni – ha osservato Berti citando in particolare il progetto da lui coordinato – che investe in prevenzione i proventi delle sanzioni. E l’esperienza maturata sul campo ci dice che sono le aziende ispezionate che pagano di più all”erario e che più si mettono in regola».
Per il presidente Rossi l’impegno della Regione si basa su quattro grandi progetti, ai quali se n’è aggiunto un quinto. «Oltre al Progetto lavoro sicuro – ha spiegato il presidente – che dal settembre 2014 ad oggi ha portato a controllare oltre 10.600 imprese e al quale abbiamo destinato 12,7 milioni di euro, è attivo il piano straordinario per la sicurezza nelle cave, finanziato con 3,2 milioni di euro. In questo settore lo scorso anno abbiamo effettuato 885 controlli in 173 cave».
In attesa dei faraonici e costosi progetti regionali la situazione degli infortuni, specialmente in Toscana, non dà segni di miglioramento,anzi. Nei primi cinque mesi di quest’anno, è stato ricordato, sono infatti già 307 i morti sul
lavoro (esclusi quelli cosiddetti in itinere) con 71 vittime nel solo mese di maggio. La Toscana, con i suoi 20 morti, è la sesta regione italiana dopo Veneto (35), Lombardia (32), Campania (26), Emilia Romagna (25) e Piemonte (24).
