Migranti: Salvini rettifica il tiro, collaborazione con i paesi d’origine

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterPrint this pageEmail this to someone

Il neo ministro Salvini ci ha messo non molto a capire cosa può fare e cosa non può fare in merito ai rimpatri dei migranti. Al ministero dell’Interno lo hanno subito indirizzato sulla rotta giusta.

Adesso afferma infatti con più fondamento: «Il problema non è soltanto bloccare le partenze dalla Libia, ma fermare i migranti ancor prima che arrivino a Tripoli», questo il piano per frenare i flussi migratori. Un progetto che dovrà necessariamente estendersi ai vari Paesi dell’Africa subsahariana, con un’attenzione particolare al Niger, uno degli snodi cruciali, al confine meridionale con la Libia, da dove transitano la maggior parte dei migranti.

I disperati partono dai Paesi africani, passano dal Sahel e poi arrivano in Tripolitania per essere trattenuti nei centri governativi o nei compound dei trafficanti dove i migranti subiscono ogni genere di torture e molestie. Il ministro in cravatta verde vorrebbe continuare e rafforzare il piano iniziato da Minniti, stringendo accordi anche con altri Stati africani, non più solo con la Libia.

Il punto centrale del piano è riattivare i rapporti bilaterali con il Niger, lì dove attualmente si trovano 40 specialisti dell’esercito italiano, ancora non operativi, che dovevano svolgere compiti di addestramento ai militari nigeriani per il controllo delle frontiere del Sahel. L’obiettivo è quello di controllare la frontiera tra il Niger e la Libia, creare campi profughi sul posto ed esaminare le richieste d’asilo dei migranti direttamente in Niger. La missione era stata approvata dal Parlamento lo scorso gennaio, ma è naufragata dopo il rifiuto delle autorità di Niamey di dar seguito agli accordi. Un peso non trascurabile sulla decisione lo ha avuto certamente la Francia che, da ex potenza coloniale, considera la presenza italiana nella zona una minaccia per i propri interessi geopolitici.

Ma adesso Macron sembra voler trovare nel nuovo premier Conte, con il quale ha vuto una telefonata cordiale e conciliante, un appoggio per limitare l’onnipotenza della Germania e della Merkel, e in questo quadro l’Italia potrebbe sicuramente ottenere dei vantaggi.

«I governi precedenti – ha spiegato Salvini – non ci hanno nemmeno provato a stringere delle intese con la Nigeria, il Camerun o il Senegal». L’obiettivo è rendere economicamente appetibile per questi Paesi riprendersi chi è arrivato in Italia negli anni scorsi e impiegare i fondi attualmente spesi per l’accoglienza e la costruzione dei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), direttamente in quegli Stati da cui provengono i migranti. Ovviamente con la consapevolezza che non tutto potrà essere fatto in tempi rapidi, ma per il medio-lungo periodo il nuovo piano migranti è già pronto.

Resta comunque ancora critico il suo giudizio verso l’Europa e Merkel: «Occorre buonsenso. Quello degli sbarchi e dell’accoglienza di centinaia di migliaia di `non profughi´ non può continuare ad essere un problema solo Italiano. O l’Europa ci dà una mano a mettere in sicurezza il nostro Paese, oppure dovremo scegliere altre vie. La Merkel? Che l’Italia sia stata lasciata da sola, è chiaro ed evidente. Dobbiamo vedere i fatti».

Ogni tanto però al ministro ancora sfuggono apprezzamenti eccessivi. Ieri, dopo aver visitato l’hotspot di Pozzallo, ha affermato che «la Tunisia è un paese libero e democratico dove non ci sono guerre, epidemie e pestilenze, che non sta esportando dei gentiluomini ma spesso e volentieri dei galeotti». Sollevando le proteste del governo tunisino, tanto che l’ambasciatore italiano a Tunisi, Lorenzo Fanara, è stato convocato dal ministero degli Esteri per trasmettergli il «profondo stupore» del governo del Paese nordafricano per le dichiarazioni del ministro dell’Interno italiano.

Calendario Tweet

aprile 2024
L M M G V S D
« Mar    
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930