Governo, Mattarella, Ue: in primo piano l’economia, ma sullo sfondo restano contrasti sull ’immigrazione

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Mentre si susseguono febbrili trattative per la formazione del Governo, a guida Giuseppe Conte, e in mezzo al clamore delle vicende economiche, dello spread che risale a comando, quasi come gli avvisi di garanzia inviati a Berlusconi, delle minacce velate e concrete che arrivano all’Italia soprattutto dalla Germania e dalla Ue, è passato forse sotto silenzio il passaggio di un discorso di Mattarella, in tema d’immigrazione, che è parso direttamente indirizzato alla Lega.
E’ noto che la linea di Salvini non lascia tranquillo il Capo dello Stato, pressato dalle sinistre, dai Vescovi e dal Vaticano, che ha lanciato un monito esplicito al futuro titolare del Viminale: servono «lungimiranza e responsabilità». Il fronte delle migrazioni «va governato da Africa ed Europa insieme, con lungimiranza e spirito di responsabilità». E finora l’Italia è stata «in prima linea a sostegno di un approccio volto a sconfiggere le cause profonde di questa tragedia e a tutela della vita e della dignità dei migranti».
Sta in questo passaggio del discorso pronunciato per il 55esimo anniversario dell’Unione Africana – sfuggito ai più – il warning che il capo dello Stato ha lanciato al costituendo esecutivo gialloverde. Una richiesta che parrebbe indirizzata soprattutto al segretario della Lega Matteo Salvini, dato per probabile ministro dell’Interno e sostenitore di una linea dura.
Nel contratto di governo siglato da Lega e M5S, infatti la situazione sul fronte migratorio viene definita «insostenibile» e lo stesso Salvini, di recente, ha affermato di non voler indugiare: «Dico stop ai clandestini, tutta l’Africa in Italia non ci sta. Spero di potermi mettere presto al lavoro per cominciare a rimediare ai disastri del Pd sull’immigrazione».
Il monito del Colle arriva nel giorno in cui il Viminale conferma i risultati della positiva gestione di Marco Minniti, attestando una evidente flessione degli sbarchi (-79%) rispetto al 2017 (10.808 arrivi contro 50.524). Proprio sul titolare del Viminale sono piovute critiche dal suo partito, il Pd. Ad attaccarlo è il presidente Matteo Orfini, renziano: la «lettura sull’immigrazione data dal nostro governo ha sdoganato una lettura di destra del fenomeno». Mentre la Farnesina ha replicato duramente alle farneticanti affermazioni del presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, che mercoledì aveva promesso vigilanza sul rispetto dei diritti degli africani in Italia.

Quando finalmente sarà in funzione un governo, e non è detto che i dubbi di Mattarella su quello giallo-verde siano dissipati alla svelta, uno dei primi scogli da affrontare sarà proprio quello della trattativa con l’Ue in tema d’immigrazione. L’Italia sollecita da anni, e finora invano, la riforma del regolamento di Dublino sui richiedenti asilo. Il negoziato tra i 27 è in stallo. Il primo appuntamento utile per trattare sarà il 14 giugno in Lussemburgo, per la riunione dei ministri dell’Interno dell’Ue. Sperando che allora ci sia un governo nella pienezza delle funzioni.

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