La situazione è diventata molto preoccupante. Nelle scuole è allarme. Ventiquattro aggressioni ai danni di insegnanti nei primi cinque mesi del 2018. La sindrome del bullo si allarga. A Lucca sta andando avanti l’inchiesta sui ragazzi accusati di aver minacciato, e filmato, azioni ritenute intimidatorie nei confronti di un professore. Alcuni di loro sono già stati ascoltati in questura. E allora si cercano provvedimenti, che naturalmente non possono e non debbono essere solo repressivi. Il Gruppo Consulcesi, network in prima linea nella formazione dei medici italiani, con l’Associazione Nazionale Presidi (Anp) lancia la campagna social #EducareInsieme sottolineando che i gruppi whatsapp di classe, da luogo di confronto costruttivo, si sono trasformati possibili catalizzatori d’odio contro gli educatori.
«I genitori che aggrediscono, anche solo virtualmente, gli insegnanti su whatsapp – spiega Massimo Tortorella, presidente Consulcesi – pensano di difendere i propri figli, e invece legittimano comportamenti antisociali e il disprezzo del senso civico. Quando la famiglia diventa branco, viene meno quel riconoscimento e rispetto dei ruoli e delle istituzioni che sono alla base del concetto di educazione. È fondamentale, che i medici, in particolar modo i pediatri, acquisiscano le basi per avvicinarsi in maniera adeguata all’adolescente e alla famiglia in situazioni socio-culturali difficili». Dal canto suo Antonello Giannelli, presidente Anp, denuncia: «Uno strumento come whatsapp, nato per favorire la comunicazione, paradossalmente può creare un cortocircuito comunicativo: i gruppi dei genitori spesso sono ansiogeni ed esasperano la relazionalità , in un contesto dove è venuto meno il principio di autorità , perché non si rispettano più le persone che sono investite di una carica. Non sono tollerabili le aggressioni nei confronti degli educatori, che rivestono un ruolo strategico per il futuro della nazione».
In questo ambito è nato il corso Fad (Formazione a Distanza) «Famiglia o branco? Il ruolo dell’educazione», del provider Ecm 2506 Sanità in-Formazione, in collaborazione con ConsulcesiClub. Bene. Ne prendiamo atto. Ma è anche arrivato il momento di un esame di coscienza collettivo, dentro e fuori la scuola. Per evitare la sindrome del bullo. Che a Firenze, spesso, fa rima con grullo.
Sandro Bennucci