Bugli, puntiamo sul potenziamento degli Sprar e sull’accoglienza diffusa

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Per l’accoglienza dei migranti «penso che sia arrivato il momento di superare i centri di accoglienza straordinaria, i Cas, così come sono pensati oggi affidati a privati con gare delle Prefetture. Serve una gestione pubblica. Il modello è quello dello Sprar, che però oggi è residuale, visto che in Toscana copre circa 2.000 posti, contro i 10.000 dei Cas (comunque in netto calo rispetto al passato). In ogni caso serve insistere sul modello dell’accoglienza diffusa, che in questi anni ha dimostrato di essere un modello efficace, per l’integrazione e la sicurezza».
Lo ha detto l’assessore toscano alla presidenza e immigrazione della Regione Vittorio Bugli intervenendo al festival Mediterraneo downtown in corso a Prato, spiegando anche che in Toscana tra Sprar e Cas ci sono circa 800 strutture, disseminate in poco più di 230 comuni su 274.
Per Bugli il tema dell’immigrazione deve trovare risposte strutturali. Con i Cas così come sono oggi «i richiedenti asilo rischiano di passare anni in questi centri, in attesa di autorizzazione o diniego a restare nel nostro Paese, senza però essere inseriti in percorsi positivi di integrazione, a partire da un”efficace e certificato apprendimento dell’italiano e inserimento lavorativo».

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