La Lega e Giorgetti aprono a un governo di tregua, che porti presto ad elezioni

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«Proverò a cercare in parlamento quella forza per fare le cose che ci chiedono gli italiani. Ci proverò fino all’ultimo, ma partendo dal centrodestra che è la prima coalizione e ha vinto in Molise e Friuli». Lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, arrivando a una festa del partito a Grumello del Monte (Bergamo). Chiederà un pre-incarico per fare un governo? «Perché no?», ha risposto Salvini. «Ci provo fino all’ultimo a dare un governo all’Italia – ha sottolineato Salvini -, anche se so che con nuove elezioni stravinciamo da soli». Non si tratta per il governo «con il Pd: si ragiona con i 5 Stelle o altrimenti c’è il voto», ha ribadito Salvini. «No, il governo istituzionale è stare tutti insieme per non fare nulla» . Un’ipotesi che non piace a Salvini, che ha di nuovo rivendicato «al centrodestra, che è una squadra», il diritto di guidare il prossimo esecutivo per fare «quello di cui gli italiani hanno bisogno».

La preoccupazione del presidente traspare con evidenza da quanto detto al Quirinale chiudendo un discorso in occasione della Festa del lavoro: «Non mancano difficoltà nel nostro cammino. Tuttavia, dove c’è il senso di un destino da condividere, dove si riesce ancora a distinguere il bene comune dai molteplici interessi di parte, il Paese può andare incontro, con fiducia, al proprio domani». Gli «interessi di parte» in effetti hanno condizionato questi quasi due mesi di trattative rese inestricabili da veti incrociati ed esclusioni personali. Ora il presidente riflette e bisognerà aspettare venerdì per conoscere le sue determinazioni.

Intanto il Pd è entrato in confusione dopo la netta chiusura di Matteo Renzi a ogni accordo con il M5S. Giovedì tre maggio ci sarà comunque la direzione ma servirà solo per una resa dei conti interna e non certo per fare passi avanti nella formazione di un esecutivo.

Una novità positiva viene da Giancarlo Giorgetti. Il braccio destro di Salvini ha confermato che la Lega non intende seguire Di Maio nella corsa precipitosa al voto, ma neanche dare soddisfazione a Silvio Berlusconi che insiste per un incarico al centrodestra convinto di trovare i non pochi che mancano in Parlamento. A Salvini non piacciono «soluzioni incollate con lo scotch, come trovare di volta in volta 40-50 parlamentari, per permettere di sopravvivere giorno per giorno», ha assicurato il capogruppo della Lega. Giorgetti non ha però chiuso la porta alla possibilità di partecipare a un Governo anche con M5S che modifichi la legge elettorale. Naturalmente con un paletto ferreo: si deve tornare a votare «in tempi rapidissimi». «Patti chiari, amicizia lunga, governo corto», ha aggiunto.

Se il Presidente accoglierà questo indirizzo, dopo breve meditazione avrà di fronte due sole ipotesi percorribili, visto che probabilmente non vuole dare un incarico al buio al centrodestra. O un accordo fra Lega e M5S, con eventuale partecipazione anche di altre forze responsabili, per un governo di tregua che modifichi legge elettorale e vari la legge di bilancio per andare a nuove elezioni, o incarico a una personalità super partes con lo stesso obiettivo.

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