Era nato a Firenze nel 1932 ed è morto ieri a Roma, l’editore Giovanni Carocci. Malato da tempo, lascia una figlia, una compagna e tre nipoti. Ne danno notizia fonti della famiglia. Figlio del senatore Alberto Carocci (che fu fondatore delle riviste Solaria e Nuovi Argomenti con Alberto Moravia), Giovanni si impose fin dagli anni ’70 nel contesto dell’editoria scientifica italiana con la fondazione, a Roma, de La Nuova Italia Scientifica (costola universitaria della storica casa editrice La Nuova Italia), poi Carocci Editore dal 1989. La casa editrice si è affermata nel panorama italiano come una delle principali university press. In trent’anni di attività, ai libri rivolti al mondo degli studi e delle professioni – che restano il cuore dell’attività della Carocci -, ha affiancato proposte editoriali rivolte al lettore generale in una vasta gamma di ambiti disciplinari: dalla filosofia agli studi storici, dalla psicologia agli studi religiosi, dall’archeologia alla storia dell’arte, dalla linguistica alle letterature. Il catalogo si compone di oltre 4.000 titoli e comprende ricerche specialistiche, manuali e monografie per studenti e professionisti, classici della letteratura e del pensiero, così come letture di approfondimento per il lettore generale.
Nel 2009 la casa editrice è stata rilevata al 60% dal Mulino ed è stato avviato un piano di ristrutturazione destinato a pesare anche sulla forza lavoro. Tra gli intellettuali scesi in campo, nel 2014, contro gli annunciati licenziamenti alla Carocci, Alberto Asor Rosa, Tullio De Mauro, Adriano Prosperi, Luca Serianni. L’accordo raggiunto tra sindacati e azienda consentì poi di ridurre i tagli previsti.