Elezioni: il voto italiano come la Brexit, severo giudizio del Financial Times

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«Gli outsider bussano alla porta del potere in Italia, dove se non può essere formato un
governo stabile, nuove elezioni sono la risposta». E’ quanto afferma il Financial Times in un editoriale, definendo il risultato del voto del 4 marzo «il maggior terremoto politico europeo dopo il voto della Gran Bretagna di lasciare l’Ue nel 2016». Un giudizio molto severo sulla politica italiani e sui pericoli che questo comporta per l’Europa.

In segno di protesta, gli italiani, scrive il Ft, «hanno dato una vittoria parziale ad outsider eterodossi, senza esperienza, che portano l’euroscetticismo, l’eccentricità e l’estremismo come medaglie d”onore, e questo è abbastanza per far rivoltare nella tomba Alcide De Gasperi e Altiero Spinelli».
Chiave il ruolo del presidente della repubblica Sergio Mattarella, che «per fortuna è una figura pubblica fidata con un senso del dovere risoluto la cui presenza rassicurante è una ragione per cui i mercati finanziari appaiono indisturbati dalle elezioni. Tuttavia ci sono limiti ai suoi poteri e alle
sue opzioni tattiche nelle prossime settimane. Oggi una coalizione tra M5S e Lega non è più
inconcepibile, ma sarebbe un’alleanza non facile. A prima vista, un partner più naturale sarebbe il Pd, ma questo sta resistendo alle aperture. Per questo, se il rompicapo del risultato elettorale è una sfida a trovare una soluzione, un governo ad interim potrebbe essere l’opzione meno cattiva. Questo dovrebbe avere come compito la revisione della legge elettorale che dia un vincitore chiaro: certo, continua l’editoriale, sia il M5S che la Lega potrebbero esserne i vincitori, ma i partiti mainstream dovrebbero prendere questo rischio perché i giorni della loro comoda supremazia politica sono finiti».

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