Governo: si aprono le consultazioni, Salvini e Di maio debbono uscire allo scoperto

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterPrint this pageEmail this to someone

Oggi 4 aprile è il giorno dell’inizio delle consultazioni del Presidente Mattarella, e il Capo dello Stato avrà presente una situazione molto ingarbugliata da dipanare, visto che le elezioni politiche del 4 marzo hanno restituito un’Italia divisa in due: nel Nord ha prevalso il voto a favore del centro-destra e in particolare della Lega, mentre nel Sud il M5s ha raccolto i maggiori favori. Solo il centro e la sempre meno rossa toscana in particolare sono rimaste isole del Pd frantumato.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante le consultazioni si dovrà fare portavoce delle esigenze dei cittadini e in questo senso chiederà alle forze politiche proposte, indicazioni e programmi per dare al Paese un Governo all’altezza della situazione.

In attesa comunque che si chiariscano le possibilità (poche) di formare un governo duraturo e di non tornare ai governi più o meno tecnici di nefasta memoria (Re Giorgio Napolitano) mi sembra interessante l’analisi della correlazione fra i programmi dei due partiti che si proclamano vincitori delle elezioni, fatta da Massimo Baldini e Leonzio Rizzo sul sito lavoce.info. Visto che M5S e Lega, con coalizione centrodestra, avanzano la richiesta di guidare il governo.

La forte differenza territoriale nel voto, riscontrata dopo l’apertura delle urne il 5 marzo, sembra dipendere soprattutto dal fatto che le principali proposte dei due partiti hanno avuto effetti distributivi molto diversi tra due distinte aree geografiche. Il centro destra ha puntato molto sulla flat tax, mentre il cavallo di battaglia del M5s è stato senz’altro il reddito di cittadinanza. Che hanno sfondato rispettivamente al Nord e al Sud.

FLAT TAX – Ricordiamo che la flat tax della Lega prevede un’aliquota proporzionale del 15 per cento e una deduzione per tutti i componenti familiari di 3 mila euro ciascuno fino a 35 mila e di 3 mila euro per ciascun figlio fino 50 mila euro, dopo non si ha più diritto ad alcuna deduzione.

REDDITO CITTADINANZA – Il reddito di cittadinanza del M5S è garantito a coloro che guadagnano meno dei 6/10 del reddito mediano equivalente, cioè meno di 9.360 euro netti annui, e consiste in una integrazione per raggiungere quella cifra. La proposta prevede la perdita del sussidio solo se il beneficiario dovesse rifiutare tre proposte congrue di impiego o recedere senza giusta causa dal contratto di lavoro per due volte nel corso dell’anno solare.

Come sarebbero ripartiti i benefici dei due provvedimenti tra le aree geografiche del paese? È stato già evidenziato come le zone che hanno votato per M5s siano a basso tasso di occupazione, mentre le aree del Nord, più industrializzate, hanno preferito la Lega. Nel caso della flat tax buona parte del risparmio di imposta (il 58 per cento del totale, cioè 34 miliardi su un totale di 58) andrebbe a favore delle famiglie residenti nell’Italia settentrionale e meno di un quinto a quelle residenti nel Mezzogiorno. Al contrario, il 58 per cento della spesa totale per il reddito di cittadinanza (cioè circa 9 miliardi secondo le previsioni di spesa dei proponenti, fino al doppio se si prende alla lettera il disegno di legge) sarebbe ottenuto dalle famiglie del Sud e solo un quarto andrebbe al Nord.

Da questi numeri si deduce il perché di un paese spaccato in due, dove i cittadini sembrano aver votato anche con un occhio al portafoglio: i cittadini del Nord chiedono meno presenza dello stato con una minore pressione fiscale; i cittadini del Sud chiedono una maggiore spesa pubblica con l’istituzione del reddito di cittadinanza.

Come è evidente le due proposte sono difficili da realizzare: in un caso una riduzione rilevante di imposte, nell’altro un aumento enorme di spesa sono scarsamente compatibili con la situazione attuale del paese, anche perché entrambe produrrebbero un forte incremento del deficit, se realizzate assieme lo aumenterebbero di 80-90 miliardi.

Ecco perché la matassa che Mattarella dovrebbe dipanare è molto complicata, o i due capi, Salvini e Di Maio, nella trattative fanno un passo indietro rispetto alle promesse elettorali (con conseguenze negative immaginabili) o si imbocca la strada lunga e complicata per arrivare a un esecutivo che ci porti probabilmente a nuove elezioni con una nuova legge elettorale. Con il Pd che si lecca le ferite, cerca di mettere definitivamente fuori gioco l’ex segretario Matteo Renzi, e spera fervidamente in Mattarella per poter rientrare, almeno in parte, nei giochi, anche se la volontà popolare lo ha praticamente cacciato all’opposizione.

Calendario Tweet

maggio 2024
L M M G V S D
« Apr    
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031