Terrorismo: non solo le grandi città, il pericolo è alto anche per i piccoli centri

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Il fermo da parte dei Carabinieri del Ros a Fossano (Cn) di un pericoloso marocchino di 19 anni, aspirante martire jihadista, nato in Italia, ha fatto scoprire ancora di più una realtà che la Francia ha imparato a conoscere a sue spese, e in Italia si va facendo strada. Non soltanto sono a rischio le metropoli, ma anche (e forse soprattutto) i piccoli centri, quelli dove i seguaci dell’Isis possono aver trovato ospitalità.

Dopo la Francia, ove tanti piccoli paesi, ultimo Trebes, ma anche la celebre Carcassonne, sono state colpite da lupi solitari, l’Italia è sempre più al centro degli obiettivi dei jihadisti, come hanno recentemente rilevato il ministro Minniti, il capo della Polizia Gabrielli e gli allarmi dei servizi.

I numeri parlano di un centinaio di potenziali terroristi, tutti schedati e monitorati nel nostro paese, anche se il bacino dei killer del Califfo è composto da quasi 2000 estremisti. Un dato che è noto da tempo alla nostra intelligence. In queste ultime settimane qualcosa sta cambiando nell’atteggiamento dei più radicalizzati, perché le piattaforme web o le comunicazioni sulle chat Telegram, sono in grandissimo fermento. Soprattutto dopo che i giornali pubblicati periodicamente dall’Isis sembrano spariti dalla scena, a vantaggio di una comunicazione più difficile da intercettare, quella online. La preoccupazione di queste ore è che si stia cercando di comporre una cellula pronta a entrare in azione anche in Italia, l’unico paese non ancora colpito. Per questo nell’ultima settimana si sono moltiplicati gli arresti in Puglia, nel lazio e in Piemonte.

Spesso gli attentatori sono persone «preda di instabilità emotiva e dissociazione identitaria o religiosa», sulle quali la forza persuasiva della propaganda jihadista riesce ad avere un forte effetto. Nei gruppi a rischio rientrano anche le donne e i minori, in particolare le prime perché considerate meno sospette e molto utili per il reclutamento. E di qualche giorno fa, infatti, la notizia di una cittadina siriana che ha tentato di imbarcarsi da Cagliari per Londra, con un falso passaporto greco. E’ stata arrestata dalla Polaria, condannata a 11 mesi ed espulsa.

Il pericolo può venire anche dalle carceri, sono circa 400 i radicalizzati finiti dietro le sbarre, anche se il problema è costituito soprattutto dai 400-500 che sono stati scarcerati. Anche il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho ha ribadito quanto la situazione sia preoccupante. Questo perché sarebbe previsto il ritorno di circa 50 foreign fighters attraverso le rotte percorse dai trafficanti del nord Africa. E viste le modalità utilizzate dai clandestini per muoversi sul territorio, sarebbe praticamente impossibile un’individuazione dei soggetti a rischio.

E’ un quadro certamente complesso, difficile da controllare e preoccupante, ma confidiamo che i nostri servizi d’intelligence, le Forze di Polizia e la magistratura continuino nell’opera di prevenzione che, a differenza di quella, deficitaria, dei nostri cugini d’oltralpe, ci ha permesso finora di sventare il pericolo di gravi attentati.

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