Sempre più toscani bevono l’acqua del rubinetto (il 56% secondo l’indagine dell’Autorità idrica toscana, +3% rispetto al 2016), anche grazie ai 250 fontanelli, gestiti dalle sette aziende toscane di gestione del servizio idrico integrato (Acque, Acquedotto del Fiora, Asa, Gaia, Geal, Nuove Acque, Publiacqua).
«La crescita del numero di fontanelli è un numero importante, frutto dell’impegno messo dalle aziende in termini di investimenti e di progettazione», dice il presidente di Confservizi Cispel Toscana Alfredo De Girolamo (nella foto), parlando della giornata mondiale dell’acqua (ricorrenza istituita dall’Onu nel 1992), che si celebra oggi.
Nel 2017 i fontanelli hanno erogato quasi 210 milioni di litri di acqua, con un risparmio di circa 40 milioni di euro l’anno per i toscani e di oltre 95 milioni di bottiglie di plastica. L’anno scorso sono stati investiti 215 milioni, di questi 82 sono servizi alla depurazione e all’adeguamento delle fogne.
«Quest’anno – dice De Girolamo – gli investimenti saliranno a quasi 260 milioni per l’ammodernamento delle reti acquedottistiche, di fognatura e depurazione, oltre che per nuove case dell’acqua dove i cittadini potranno approvvigionarsi. Questi numeri testimoniano come la Toscana risponda alle esigenze dal servizio idrico a livello regionale. I cambiamenti climatici in atto stanno portando sempre più a fenomeni che danno problemi sia per la difesa del suolo che per il rischio idrogeologico. Una situazione destinata a peggiorare in futuro: per questo sarà necessario fare altri investimenti per garantire l’approvvigionamento idrico anche in anni aridi e per adeguare le reti fognarie».