Riforme costituzionali: La Camera, assenti le opposizioni, approva. L’ultima parola ai cittadini con il referendum

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votoCon 361 voti favorevoli, sette contrari, due astenuti la Camera ha approvato il ddl Boschi sulla riforma della Costituzione. Era richiesta la maggioranza assoluta dei voti (316), superata di slancio dalle forze che sostengono il governo, con l’aggiunta dei voti dei verdiniani e dei tosiani. Le opposizioni, come preannunciato, non hanno partecipato al voto. Adesso la parola ai cittadini con il referendum confermativo in programma a ottobre.

«Riforma Costituzionale approvata. Grazie a deputati Pd e senatori Pd #italiariparte. Adesso la parola ai cittadini. È davvero #lavoltabuona». Lo scrive su twitter il vice segretario del Pd, Lorenzo Guerini . Ma la minoranza Dem mette le mani avanti in vista del referendum costituzionale e avverte: «Trasformare un confronto sul merito in un plebiscito su una politica, una leadership o una nuova maggioranza di governo troverà l’opposizione ferma di chi, come noi, si è fatto carico del bisogno di completare una transizione aperta da troppo tempo», scrivono in una nota Roberto Speranza, Gianni Cuperlo e Sergio Lo Giudice.

Ecco i pilastri della riforma Costituzionale approvata definitivamente dalla Camera che non tocca i poteri del governo ma modifica e completa quella del Titolo V del marzo del 2001, che ha introdotto il Federalismo: stop al bicameralismo perfetto; un Senato con meno poteri legislativi e composto da 95 senatori eletti dai Consigli regionali ma con legittimazione popolare che potrà proporre modifiche alle leggi approvate dalla Camera; nuovo Federalismo, con abolizione delle materie di competenza concorrente tra Stato e Regioni e alcune competenze strategiche riportate in capo allo Stato. Abolizione definitiva delle Province e del Cnel.

Che succederà adesso? Una volta pubblicata sulla Gazzetta ufficiale, la riforma andrà incontro a una richiesta di referendum confermativo. Di solito questa prerogativa viene riservata alle opposizioni ma il presidente del Consiglio, nonché segretario del Pd, Matteo Renzi, vuole fare tutto lui e ha già dato indicazioni ai capigruppo Dem che presto promuoveranno la raccolta delle firme (serve un quinto dei deputati e un quinto dei senatori) per chiedere l’indizione di un referendum confermativo (senza quorum) per il mese di ottobre.

 

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