Pubblico impiego: nuove regole per assunzioni e concorsi

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Assunzioni secondo piani predeterminati, seppure elastici, e concorsi con cadenza regolare, tre anni quella standard. Sarebbero queste alcune delle principali novità che scaturiranno dalle linee guida su fabbisogni e selezioni nella P.A. La ministra Marianna Madia dovrebbe presentare il ”pacchetto” a Regioni e Comuni, con cui va trovato l”accordo, entro il mese. Probabilmente la data giusta sarà quella di giovedì 22 febbraio. Dalla programmazione dei fabbisogni dipende anche la riapertura alle carriere. La riforma del pubblico impiego dà infatti la possibilità, sin da quest’anno, di riservare agli interni il 20% dei posti in ballo.

Il ministero è a lavoro già da tempo sul dossier e non solo perché è partita la stabilizzazione di 50 mila precari. Dal prossimo anno il turnover si sbloccherà dappertutto, così che per uno che esce un altro ne entra. Si pone quindi il problema di gestire la prevedibile ondata. E la bussola coincide con i piani dei fabbisogni. Piani che, secondo quanto già scritto nella riforma, avranno una prospettiva triennale ma ogni anno potranno essere rivisti. Gli obiettivi da perseguire sono già messi nero su bianco: «efficienza, economicità e qualità dei
servizi ai cittadini». Non si può poi prescindere dal budget e dalla condizione di partenza, per cui ogni ufficio dovrà indicare la consistenza della dotazione organica. La pianta non sarà però più statica. Insomma non è detto che un centralinista vada per forza rimpiazzato con un suo collega se serve un infermiere.
Gli indirizzi del ministero servono ad aiutare le amministrazioni, specialmente quelle più piccole, nella programmazione, anche con riferimento a fabbisogni prioritari ed emergenti di nuove figure e competenze professionali. Chi non rispetterà le regole, non farà i piani o li presenterà scombinati si vedrà azzerare le assunzioni, nel senso che non potrà reclutare nuovo personale. E il divieto scatterà già dopo sessanta giorni dalla pubblicazione delle linee guida.Stabilito chi prendere e in che quantità bisognerà anche guardare al come. E qui si apre il capitolo concorsi. Di sicuro saranno accertate le conoscenze informatiche e di inglese, le graduatorie avranno una durata definita e non saranno più prorogabili ad libitum. Non a caso c”è un tetto per gli idonei: due ogni dieci vincitori. E ancora, il dottorato potrà fare
punteggio. Per lo Stato vale la regola del concorso unico per dirigenti e profili comuni (per esempio per avvocati o per architetti) ma anche il resto della P.A se vuole potrà farsi guidare dal ministero e avvalersi di una commissione ad hoc. Il bando potrà inoltre fissare un contributo di ammissione.
Una quota, il 20%, delle assunzioni potrà però essere scorporata e riservata agli interni che vogliono fare un salto di carriera. Sarà richiesto lo stesso titolo di studio degli esterni. Soluzione di problemi specifici e casi concreti arricchiranno le prove, che quindi vanno oltre notazioni e classici temi. Ovviamente conteranno molto le pagelle ottenute nei tre anni precedenti.

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