Way out più stretta per le Bcc (anche in Toscana)

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bccWay out più stretta, e percorribile solo in tempi ridotti: la riforma del credito cooperativo approvata ieri dal Senato presenta novità significative, rispetto al decreto originario di febbraio, per quanto riguarda uno dei punti più controversi, ovvero la possibilità di staccarsi dalla holding unica delle Bcc. Un punto che interessava particolarmente la Toscana, dove hanno sede due dei maggiori “indiziati” di scissione, ovvero Banca di Cambiano (con tutto il gruppo Cabel) e ChiantiBanca.

Le Bcc che non vorranno aderire alla holding, e soddisfano il requisito di oltre 200 milioni di patrimonio netto al 31 dicembre 2015, avranno 60 giorni (e non più i 18 mesi del decreto) per decidere, da sole o con altre più piccole, di fare istanza a Bankitalia per conferire l’attività bancaria a una Spa. Le riserve indivisibili resteranno tali, in capo alla cooperativa, che dovrà comunque cambiare la sua mission sociale e sarà azionista di controllo della neonata Spa.

E’ stato confermato il pagamento del 20% del patrimonio netto come tassa straordinaria per l’uscita. E’ stato invece inserito anche il diritto di recesso dalla holding, per chi volesse uscire in un secondo momento: alternative, però, rimangono solo la liquidazione o la trasformazione in Spa, lasciando le riserve. La holding capogruppo, con almeno un miliardo di patrimonio, potrà avere al suo interno sottogruppi territoriali a loro volta legati alla holding dal contratto di coesione come le singole Bcc.

Obiettivo del governo, secondo il viceministro dell’Economia Enrico Morando, è quello di «favorire le aggregazioni» del mondo delle Bcc, consentendo comunque una way out che «credo sarà usata da poche» banche, tra le 14 che in Italia che rispondono ai requisiti patrimoniali. Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative: «Penso che saranno molto poche le Bcc che non aderiranno al gruppo unico, perché i tempi sono difficili e richiedono un gruppo unico che faccia da ombrello e dia protezione», ha dichiarato due giorni fa a Firenze, in occasione dell’assemblea di Confcooperative Toscana.

Nella stessa circostanza, il vicepresidente della Federazione Toscana delle Bcc, Matteo Spanò, ha espresso giudizio positivo sulla riforma: «Si permette al credito cooperativo di mantenere le proprie realtà cooperative all’interno dei territori, e allo stesso tempo di essere un gruppo importante a livello nazionale», ha dichiarato, sottolineando che «stare insieme in un gruppo che mantiene le proprie identità sia la soluzione per guardare non solo al sistema Italia, ma all’Europa».

© RIPRODUZIONE RISERVATA – Toscana24

 

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