Banche salvate: trovato un accordo per risarcire gli obbligazionisti truffati, fino a 100.000 euro

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etruria-604x338Dopo molte discussioni, temporeggiamenti, contatti fra Tesoro e Banca d’Italia, un accordo sul risarcimento degli obbligazionisti delle 4 banche salvate dal Governo sembra in dirittura d’arrivo in sede comunitaria.

Lo schema messo a punto con l’Europa prevede paletti molto più ampi ma allo stesso tempo più chiari rispetto alle prime ipotesi fatte circolare. Verranno risarciti tutti coloro i quali avevano sottoscritto obbligazioni fino al limite dei centomila euro, lo stesso ammontare entro il quale vengono tutelati dai fallimenti bancari tutti i conti correnti. Attenzione però: dall’automatismo verranno esclusi coloro i quali le obbligazioni le hanno comprate altrove, ad esempio sul mercato secondario.

I titoli bruciati dal fallimento di Etruria, Cassa Marche, Cariferrara e Carichieti valgono 350 milioni di euro, ma secondo i calcoli del Tesoro per risarcire la platea dovrebbero essere sufficienti circa 200 milioni, ovvero il doppio di quanto messo finora a disposizione con la legge di Stabilità. Per rimpolpare il fondo di solidarietà a questo punto è necessario un nuovo decreto legge: potrebbe essere approvato già alla fine di questa settimana, più probabilmente la prossima. L’automatismo in ogni caso non vieterà di fare ricorso all’arbitro o al giudice ordinario, qualora gli esclusi dal risarcimento ravvisassero gli estremi della truffa.

Se il sì della Commissione all’automatismo verrà confermato significa che in questo caso ha rinunciato ad applicare fino in fondo il principio cardine della nuova direttiva sui fallimenti bancari. I primi mesi di applicazione del meccanismo sono stati difficili, anche per via della decisione di alcune banche centrali di applicare le regole à la carte. Il caso del Portogallo è emblematico: la decisione – il giorno prima di capodanno – di trasformare in carta straccia alcune tranche di obbligazioni del Novo Banco hanno spinto 14 fondi di investimento internazionali a denunciare la Banca del Portogallo di fronte alla magistratura.

La Banca d’Italia ha spinto perché passasse una sorta di moratoria, e non solo per le obbligazioni: il fallimento di Cariferrara ha colpito soprattutto azionisti, i più penalizzati nella lista dei creditori. Per risarcire questi ultimi l’idea è quella di chiedere un contributo a chi si comprerà gli asset buoni della banca, sempre che nel frattempo si materializzi l’acquirente: il termine per la vendita delle quattro «good bank» slitta di settimana in settimana e secondo le indiscrezioni potrebbe essere rinviato fino a settembre.

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