«Chi non fuma sta una favola». Campagna del ministero con Frassica (ma il tabaccaio è lo Stato)

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Confesso: non ho mai fumato. Merito del mio primo allenatore di calcio, grande preparatore dei ragazzi della Rondinella Marzocco. Si chiamava Enrico Orioli e diceva: «Chi viene all’allenamento con le sigarette in tasca si scordi la maglia da titolare la domenica». E rischiai di essere lasciato dalla prima fidanzata che, per mostrarsi ganzina, venne all’appuntamento con due pacchetti di Marlboro nella borsetta. Ecco perchè non ho problemi a scrivere di «Chi non fuma sta una favola», nuova campagna contro il tabagismo del Ministero della salute che ha preso il via oggi, 10 gennaio, con Nino Frassica come testimonial. Ossia uno che,come me, afferma di non essere mai stato un fumatore.

Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità – si legge in una nota del dicastero – nel 2017, i fumatori, in Italia, sono 11,7 milioni, vale a dire il 22,3% della popolazione. Tra questi è aumentato il numero delle donne, che da 4,6 milioni del 2016 sono salite a 5,7 milioni. Si tratta della differenza minima mai riscontrata tra fumatori uomini (23,9%) e donne (20,8%). Il 12,2% dei fumatori, inoltre, ha iniziato a fumare prima dei 15 anni. A fronte di questi dati, il ministero si rivolge direttamente ai fumatori invitandoli a riflettere per provare a modificare un comportamento dannoso per la propria salute. Bene: fin qui ho fatto cronaca. Ora aggiungo un commento: peccato che questa campagna virtuosa la faccia chi, dalle sigarette vendute con la stampigliatura «il fumo uccide», trae grandi guadagni. Ossia il nostro Stato tabaccaio. Il quale, ogni volta che deve fare una manovrina senza toccare altre tasse (già esose oltre ogni misura), rincara le sigarette.

Ricordo che una trentina d’anni fa, il mio medico curante – si chiamava Angiolo Majorino Adducchio ed era bravissimo anche come pittore – decise di lanciare, a Firenze, una delle primissime campagne antifumo insieme a un luminare: il professor Pier Luigi Rossi Ferrini, illustre ematologo. Mi invitarono alle loro riunioni chiedendomi di scriverne su La Nazione per far capire quanto devastante fosse il fumo. Apriti cielo! In redazione e in tipografia, dove fumavano quasi tutti, mi guardarono come un rompiscatole. O peggio. E negli anni a seguire le cose peggiorarono quando colleghi e tipografi furono progressivamente costretti ad andare a fumare in terrazza. O nel parcheggio. Come succede ancora nei ristoranti: dopo il primo vedi gente furtiva che s’infila il giaccone e va fuori, con sigaretta e accendino. Un gesto di liberazione. Anche se, quando tornano, il secondo è giaà stato servito e irrimediabilmente freddo.

Negli episodi della campagna 2018, il professor Nino Frassica è uno stralunato psicanalista che ha come pazienti i cattivi delle fiabe: Grimilde, la matrigna di Biancaneve, e il lupo cattivo di Cappuccetto rosso, entrambi fumatori, che daranno una svolta salutista alla loro vita smettendo di fumare. La campagna prevede la messa in onda di due spot video e due spot radiofonici (della durata di 30″). Oltre alla programmazione televisiva gli spot saranno presenti sul
sito del ministero www.salute.gov.it e sui canali social. In particolare, per lo spot Tv, dal 10 gennaio, è prevista una diffusione sulle principali emittenti televisive nazionali: Rai (in collaborazione con il Dipartimento dell’informazione ed editoria della presidenza del Consiglio dei ministri), Canale 5, Italia1 e Rete 4. Anche per gli spot radiofonici è prevista una diffusione sulle principali emittenti nazionali (Rai uno, Rai due e Rai tre, Rtl 102,5 – Rds 100% grandi successi – Radio Deejay – Radio 105 – Radio Italia solo musica italiana). Bene: lo Stato con una mano spende per raccontare le novelle contro il vizio. E con l’altra tassa e incassa. Grazie al vizio.

Sandro Bennucci

 

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