Intervista al Direttore Confesercenti Siena Valter Fucecchi

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Valter Fucecchi“Nel commercio al dettaglio segnali incoraggianti dal comparto alimentare”

Direttore Fucecchi, come stanno le imprese del terziario, a Siena?

L’inizio del 2016 non ha evidenziato segnali incoraggianti per la sopravvivenza del piccolo  tessuto imprenditoriale, e il nostro territorio non ha fatto eccezione. Come noto, nei primi due mesi dell’anno in Italia sono sparite 9mila imprese al dettaglio e 5mila aziende di alloggio e ristorazione.  Guardando Siena e provincia, nel confronto sui dodici mesi strutture ricettive e pubblici esercizi evidenziano un incremento di imprese registrate (+1,2 % in provincia, + 2 a Siena) minore del resto della Toscana e la generale contrazione degli ultimi due mesi nel nostro territorio è ancora più accentuata (-0,4), al punto che tra gennaio e febbraio di quest’anno in questo comparto sono state registrate solo 2 nuove imprese nel capoluogo, e appena altre 9 nei dintorni. Questi dati sono usciti in un contesto economico frenato dalla deflazione, e da una generale propensione al consumo tutt’altro che ripresa.  Difficile pensare che il prossimo bimestre possa invertire completamente questa tendenza.

Da categoria a categoria, tutti sulla stessa barca?

Non esattamente, certo. Nel commercio al dettaglio il comparto alimentare è stato anche recentemente senz’altro più vivace: in molte nuove aperture registrate fino a inizio 2016 si riscontra probabilmente il crescente orientamento alla clientela turistica verso prodotti di filiera e qualità. Il numero di esercizi non alimentari è invece più statico nel capoluogo (+0,5 su base annua, -0,2 nell’ultimo bimestre); in calo più evidente nel resto del territorio (-0,9 e -0,5) in linea con la tendenza regionale.

Si colgono anche segnali di vivacità?

Ci sono alcuni settori che evidenziano dinamiche singolari.  Ad esempio gli intermediari del commercio nel capoluogo crescono costantemente, in misura maggiore che nel resto della Toscana, al contrario di ciò che avviene in provincia. Sia capoluogo che territorio evidenziano nell’ultimo bimestre una contrazione delle imprese attive nel commercio elettronico, dopo dodici mesi di incremento a ritmo superiore alla media regionale. C’è poi una vivacità diffusa nell’elaborare iniziative condivise che possano agire in forma ‘anticiclica’, se non proprio di sviluppo. Penso a quello che avviene in termini di eventi promozionali o di valorizzazione della presenza sul web. Anche noi, come associazione territoriale, stiamo facendo la nostra parte”.

In che modo?

In vari modi, e con effetti anche rilevanti. Penso in particolare ad un evento collettivo come il Mercato nel Campo, che proprio in questo primo week end d’aprile torna a vivacizzare il cuore di Siena. Negli anni ha dimostrato di essere una iniziativa capace di incidere davvero in positivo sui flussi, con oltre 150 mila persone arrivate ogni volta nel territorio:  è forse la migliore dimostrazione di ciò che si può fare quando c’è programmazione e sinergia tra pubblico e privati. Non è certo l’unica: come Confesercenti a Siena stiamo dando continuità ad una ‘tradizione’ in questo senso, ad esempio nella ristorazione con Girogustando o nella valorizzazione del patrimonio culturale in chiave attrattiva attraverso “Turisti per casa”.

 Quali sono gli ostacoli di fondo per liberare lo sviluppo nel Senese?

Ce ne sono vari. Da quelli infrastrutturali, basta vedere il livello di percorribilità della Siena-Firenze, a quelli che mortificano la voglia d’impresa per colpa della leva fiscale. La Regione ha stanziato quasi tutto lo stanziabile per le infrastrutture aeroportuali. Ci sembra allora necessario il potenziamento anche delle infrastrutture che colleghino queste con il resto del territorio. Altrimenti si rischia una Toscana a due velocità.  E’ poi ùsintomatico quanto avviene intorno ai rifiuti: la raccolta cala, mentre cresce la tariffa imposta alle imprese, comprese quelle che già pagano lo smaltimento dei rifiuti speciali. Per questo a  breve andremo ad analizzare di bilanci del Gestore del servizio per capire dove sta il ‘trucco’. Cresce anche l’effetto negativo di certi fenomeni striscianti come l’abusivismo, che alla lunga penalizza la percezione esterna del territorio e accresce lo squilibrio tra chi opera sul mercato in regola, e chi no.

Guardando alla Toscana, cosa si aspetta Siena per l’immediato futuro?

Molto. L’ente Regione ha praticamente azzerato gli investimenti verso le imprese del comparto servizi commercio e turismo , in termini di sostegni alla progettualità ed alla formazione. Forse la Regione farebbe meglio a guardare l’impatto sul PIL di questo comparto, e l’occupazione che genera per capire che in Toscana non si può pensare solo al manifatturiero.  E poi c’è da aggiornare la normativa: la legge quadro sul turismo, la presa d’atto di un contesto che nella concorrenza più o meno regolare oggi include anche   home restaurant senza partita iva, posti letto non censiti, sagre e somministrazioni amatoriali tutte attività che vanno ad incidere in modo negativo sui fatturati delle aziende “in regola” che devono battersi tutti i giorni con una fiscalità ai massimi e con una burocrazia divenuta intollerabile . L’Assessore Ciuoffo aveva dato segnali di interesse in proposito. Ci aspettiamo di vedere a breve i fatti il tempo è già scaduto.

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